Per quanto riguarda il tango Buenos Aires intorno al 1925 era divisa in due blocchi contrapposti: i tradizionalisti e gli evoluzionisti. Francisco Canaro e Roberto Firpo difendevano la tradizione e non riuscivano a capire, o forse si rifiutavano di comprendere, lo stile rivoluzionario di Julio de Caro e Pedro Maffia. Prima del 1930 le orchestre suonavano in modo più o meno simile senza alcuno stile personale: Julio de Caro insieme al fratello Francisco de Caro ed al bandoneonista Pedro Maffia è stato il primo ad arricchire il tango con estetismi rivoluzionari per quei tempi: frasi quasi esageratamente melodiche, violini romantici e il contrasto tra l'arrangiamento delle diverse parti musicali divennero la caratteristica del nuovo tango. Questa nuova mentalità si rivela nello stesso periodo anche nel caso di Carlos Gardel che aveva già composto 700 canzoni nel 1930 ma che compose le sue hits solo dopo quell'anno, nel corso dei suoi ultimi 5 anni di vita. La gran parte delle formazioni degli anni '20 suonava principalmente nei cinema come orchestra d'accompagnamento ai film muti; ciascuna orchestra aveva il 'suo' cinema e frequentemente la gente andava allo spettacolo più per ascoltare la musica che per vedere il film. L'introduzione del sonoro mise fine a questa situazione e diede impulso ai musicisti di trovare nuovi orientamenti musicali. Infine l'introduzione del microfono elettrico intorno al 1926 migliorò sensibilmente la qualità delle registrazioni, tanto che ancora oggi possiamo godere delle preziose incisioni di quel periodo ricco di idee ed innovazioni: "Que Bonboncito", follow-up di "Tangos Instrumentales para Bailar", ci rapisce con le imperdibili registrazioni originali - adeguatamente remasterizzate - del Sexteto De Caro, dell'Orquesta Pedro Maffia e dell'Orquesta Tipica Brunswick.
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