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Al di là delle reazioni emotive che hanno suscitato le immagini delle donne velate o ingabbiate nei burka, che da alcuni mesi sono diventate familiari a chiunque, il dibattito sui diritti delle donne è oggi quanto mai acceso e tocca le disparità ancora esistenti tra uomini e donne nella realtà sociale e nel mondo del lavoro e le numerose conquiste che ancora devono essere fatte, anche nel mondo cosiddetto "civile". Il lavoro di Guy Bechtel offre un valido strumento per ripensare alla storia del ruolo della donna nell'Occidente cristiano. Indagare il modo in cui la Chiesa si è posta, nella sua millenaria storia, nei confronti del "secondo sesso" significa affrontare il tema del ruolo delle donne nelle società occidentali, poiché la Chiesa ha contribuito in maniera decisiva a creare il patrimonio culturale dell'Occidente, dalle origini fino agli inizi del XX secolo. La tesi dominante del saggio è la convinzione che la Chiesa cattolica abbia da sempre riservato alle donne una considerazione diversa e minore rispetto a quella accordata agli uomini: la donna è sempre stata reputata capace di svolgere attività e funzioni soltanto legate alla famiglia, come sposa e come madre, o più raramente come figlia o sorella, nel caso di una scelta di castità e purezza. Con una distorsione lenta e a tratti contraddittoria di questa visione, la donna ha finito per rappresentare l'origine di ogni male, un essere diabolico, una creatura da sorvegliare. L'autore tenta di chiarire le ragioni che furono alla base delle delegittimazioni e dei continui vilipendi che le donne subirono in venti secoli di cultura cristiana e dei meccanismi di controllo imposti sulle discendenti di Eva e Maria. A questo scopo, messe da parte madri e vergini consacrate, modelli forse troppo neutri per quest'indagine, individua e affronta una per una le quattro tipologie più significative in cui furono inquadrate le donne. La Chiesa ha infatti sempre sospettato che, per sua stessa natura, la donna fosse una prostituta, l'ha perseguitata come strega, l'ha temuta come santa, in quanto portatrice di un'autonomia pericolosa e ha preferito che si limitasse a rivestire il ruolo di Bécassine>, la domestica di provincia protagonista di un fumetto francese d'inizio XX secolo, l'oca che mescolava in sé stupidità, simpatia, rusticità e devozione. Ne risulta una singolare storia della misoginia, percorsa attraverso la ricostruzione della progressiva demonizzazione operata nei confronti della donna, che è dunque una riflessione sul destino della donna nel XX secolo, almeno nelle società occidentali. Il saggio apre anche degli interrogativi sui compiti e le responsabilità che si assumerà la Chiesa nella questione dei diritti delle donne ora che, in seguito alla disseminazione religiosa, essa è ridotta, per usare le parole dell'autore, a un ruolo secondario nella costruzione dei valori morali e nella promozione di un asse intellettuale socialmente valido. In questo modo Bechtel conduce il lettore a interrogarsi su tematiche scottanti e attuali come la parità, l'aborto, la contraccezione.
Mariachiara Giorda
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