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Quando la Cina era vicina. La rivoluzione culturale e la Sinistra extraparlamentare italiana negli anni '60 e '70 - Roberto Niccolai - copertina
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1998
1 marzo 1998
280 p.
9788886389372

Voce della critica


scheda di Giachetti, D. L'Indice del 1999, n. 04

Il libro rappresenta un serio e importante tentativo di lettura complessiva dell'influenza che il "maoismo" ebbe sulla formazione politica e culturale dei gruppi dirigenti della nuova sinistra italiana. Oggi, che la Cina è tornata per alcuni versi a essere "lontana", può sembrare strano che ci sia stato un tempo in cui le sue vicende politiche interne ed estere abbiano direttamente interagito con la situazione politica del nostro paese. Negli anni sessanta e settanta due generazioni politiche guardarono con interesse, partecipazione e spirito di emulazione e condivisione a quanto stava avvenendo in Cina. Si trattava dei giovani, militanti del Pci, del Psi e del Psiup, in procinto di dare vita alla mobilitazione studentesca del '67-'68, e di non più giovani compagni (ex partigiani e militanti del Pci) delusi dal riformismo e dalla coesistenza pacifica inaugurata da Krusciov, alla ricerca di nuove vie da sperimentare per la trasformazione sociale del paese. Interessantissime in merito sono le "memorie" dei vari leader (Luciano Della Mea, Massimo Gorla, Luigi Vinci, Giuseppe Regis, Mireille De Gouville, Walter Peruzzi, Angiolo Gracci, Osvaldo Pesce, Manlio Dinucci, Carla Pellegrini, Aldo Brandirali, Mariella Pirzio Biroli Sclavi, Luigi Bobbio, Mario Capanna, Rina Gagliardi, Adriano Sofri, Raul Mordenti, Franco Russo, K.S. Karol, Lisa Foa, Aldo Natoli, Giovanni Russo Spena, Sebastiano Timpanaro, Romano Luperini, Giuseppe Pellegrinotti e Dario Fo), raccolte dall'autore, che testimoniano la varietà di interpretazioni e di letture alle quali il maoismo fu sottoposto.

(D.G.)

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