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Anno edizione: 2016
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Non è granché, a mio avviso. Se ne faceva un gran parlare ma dipende forse dalla fama dell'autore come giornalista. Non lo consiglierei
Indubbiamente è scritto molto bene. Solo che non ho capito molto il senso di questa operazione di recupero della memoria di grandi personaggi a cavallo tra fiction e realtà…. Mi è sfuggito il messaggio: magari è un mio limite.
Un libro intrigante, scritto benissimo, che incuriosisce fin dalle prime righe. Da non perdere.
Recensioni
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Stelle dell’arte, del cinema e della letteratura ritratte quando non brillano, nei loro momenti più bui. Gian Paolo Serino ci conduce in un viaggio che attraversa epoche e luoghi diversi, dietro le quinte di un mondo solo in apparenza luccicante. Tutti i protagonisti sembrano risentire duramente del peso della fama e delle aspettative che gli altri ripongono in loro. Non sempre li riconosciamo dalle primissime righe, ma non è difficile identificare i loro nomi, che siano Picasso o Cary Grant, giusto per citarne due. Passiamo così da una spiaggia francese a un ospedale, da New York all’Australia, da un punto di vista a un altro. L’aspetto biografico, peraltro ben documentato, da solo non basterebbe a restituire la complessa psicologia dei grandi artisti, nel senso più ampio del termine. Lo sforzo è quello di guardare il mondo con i loro occhi, senza dimenticare le persone a loro vicine.
«Mi sembra che la mia vita sia passata come un pugno di sabbia attraverso un setaccio: i miei giorni migliori, insieme ai momenti più felici, sono le parti rimaste sulla retina. Quello che è filtrato è solo un mucchio di sabbia indistinta su cui è impossibile camminare, andare avanti o tornare indietro: puoi soltanto affondare.»
Spesso i personaggi si agitano, si affannano nel tentativo di lasciare traccia di sé il più a lungo possibile, anche dopo la morte. La convivenza con questo desiderio bruciante si rivela una lotta lunga tutta una vita. Pur di soddisfarlo, sembrano disposti a tutto, anche a trascurare gli affetti, con la conseguenza di rinchiudersi in una solitudine più opprimente che consolante.
Nell’ultimo capitolo, riappaiono in un’altra chiave le figure che abbiamo incontrato nelle pagine precedenti. Forse non occorreva provare per forza a radunare tutti gli spunti in un discorso complessivo, perché l’ispirazione corale era già evidente. Alla fine di questa carrellata, comunque, restano le immagini della straordinarietà che ha segnato, nel bene e nel male, le esistenze di tanti uomini passati alla storia, ma che magari non conosciamo bene o non abbiamo mai osservato da così vicino. Qualche rimpianto, un filo di nostalgia, ma la consapevolezza di avere voluto andare oltre, superando i limiti.
Recensione di Damiano Latella
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