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VERAMENTE UN GRANDE FILM BEN RECITATO CON UNA BELLISSIMA TRAMA
A partire dalla vera storia che paralizzò nel 1988 il popolo, e quindi i media statunitensi per giorni, congelati sulle immagini di balene in lotta per la vita, Ken Kwapis realizza un film che nel ripercorrere la cronistoria di una passione e salvazione animale, racconta anche una nazione in cui tv locali e nazionali scandiscono i tempi della politica e della società. Senza cercare di deviare in nulla dalla struttura narrativa classica hollywoodiana, Qualcosa di straordinario vuole essere lineare alla realtà. Il film romanza con audacia e ricerca di una fedeltà estrema ai fatti (alla fine del film compariranno i volti dei veri protagonisti accanto a quelli degli attori che li hanno impersonati) una storia ben nota al suo pubblico. Non è la corsa verso il finale o il concedere informazioni sui fatti ripresi il fulcro di quanto tutto ciò che si è creato a latere dell'evento. La sorte delle balene è nota meno lo è il modo in cui queste furono salvate. Con un atto di cinema d'inchiesta, Qualcosa di Straordinario, muove passi nel terreno della critica ai media chiedendo scusa per quel che (ha) fa (fatto). Per ogni prospettiva obliqua sulla doppia morale dei network televisivi, sull'indugiare nel tragico e il rimestare nel morboso, viene mostrato anche quanto di bene abbiano fatto. Eppure, lungi dall'essere una ricerca di complessità, questa doppia tensione si risolve in un pavido rigurgito di rabbia. Se il finale, lo svolgimento e tutte le dinamiche che il film mette sullo schermo sono note e già state filmate dalle tv, cosa resta da raccontare alle immagini del cinema? A questa domanda Ken Kwapis, regista prevalentemente televisivo risponde intraprendendo la strada giusta e con l'audacia di percorrerla fino in fondo. Probabilmente non è un capolavoro e non diventerà cult, ma il prodotto è promosso a pieni voti. (PS: Bellissime le riprese realizzate in Alaska).
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