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Anno edizione: 2011
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E' il 26 gennaio 2013. Sono a Roma alla cerimonia conclusiva del Premio Internazionale di Poesia e Narrativa Don Luigi Di Liegro. Il Teatro dei Dioscuri è gremito di poeti e scrittori. Un signore distinto dall'aria mite, mi avvicina con fare timido e mi offre in dono il suo libro di poesie. Mi dice, quasi a volersi scusare: "Le mie poesie sono molto sintetiche". "Bene!", gli rispondo spontanea, "anch'io prediligo la sintesi, La leggerò volentieri". Leggo il nome sulla copertina: Tommaso Tosco. Ho svolto mansione di segetario generale del Premio, mi sono passati sotto gli occhi centinaia di nomi e curricula, credo di ricordarli tutti o quasi, ma questo mi sfugge. Riconosco il logo della casa editrice Lepisma. "Punta Righini", il titolo, mi riporta a Castiglioncello, Corso Alberto Sordi, il mare trasparente, la spiaggia bianca di Vada, bei luoghi, bei ricordi. Ci sono stata un paio di volte in villeggiatura. Metto il libro in borsa con gli altri e torno a svolgere il mio compito. Solo due giorni dopo, tornata a casa, sfoglio il libro e scopro che Tommaso Tosco altri non è che lo pseudonimo di Giorgio Agretti, Premio della Giuria per la sezione Poesia singola inedita a tema libero. Che pessima figura... non mi sono neppure congratulata con lui. Passo a leggere. La silloge si apre con un ringraziamento: "A Maria". Penso alla Santa Vergine ma anche all'etimologia del nome di donna, mutuato dall'ebraico Miryam. Fra i tanti significati, quello che mi sembra più accreditato o semplicemente mi piace di più, si trova in un manoscritto di Bamberga della fine del XIX secolo come "Stilla Maris": Goccia di Mare. E proprio come una goccia cristallina su uno scoglio levigato stanno due settenari scomposti in quattro versi sulla pagina bianca: Ancora mi hai dato di stillare la vita Dove palese si assapora il gusto della migliore tradizione ermetico-ungarettiana. La lettura segue il ritmo pacato dei versi, si sofferma sulle scelte semantiche
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