È un esordio dei più brillanti, questo del ventisettenne Ned Beauman, che adotta la forma del poliziesco per affrontare con straordinario humour certi nodi e paradossi della cultura e del costume tra XX e XXI secolo. La storia comincia ai nostri giorni. Kevin, giovane collezionista di cimeli nazisti, al servizio di un altro collezionista più facoltoso, si trova in una classica situazione chandleriana: mentre svolge una sorta di indagine per il suo committente, si imbatte nel cadavere di un investigatore privato e in una misteriosa lettera di ringraziamento di Hitler, datata 4 ottobre 1936 e indirizzata a un certo "dottor Erskine". A questo punto, lasciando Kevin nell'imbarazzo, Ned Beauman ci trasporta nell'Inghilterra del 1936, dando inizio alla parte più pirotecnica e irresistibile del suo romanzo. Erskine è un giovane aristocratico cultore dell'eugenetica; verremo a sapere che Hitler lo ringrazia per un omaggio davvero singolare, quello di aver dato il suo nome a una specie sino ad allora sconosciuta di scarabei che porta sulle ali l'emblema della svastica. Erskine, deciso a studiare, dal punto di vista eugenetico, un pugile ebreo di bassa statura ma di prepotente vitalità, si accorgerà ben presto di provare per quella creatura, che dovrebbe disprezzare, un'attrazione violenta che gli cambierà la vita. L'astratta razionalità, contraddetta a ogni passo dalle capricciose leggi della genetica, è smentita con forza ancora maggiore dalle nostre passioni. Intorno alla coppia improbabile del nobile filonazista e del pugile ebreo che viene dai bassifondi, Ned Beauman fa sfilare una versione parodica ed esilarante dell'alta società inglese degli anni trenta. Alla fine saranno gli scarabei, sopravvissuti sino a oggi, a sciogliere la trama gialla in cui Kevin ha rischiato di perdere la vita e a saldare tra loro i due piani narrativi tra i quali si articola il racconto. Mariolina Bertini
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