L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 1994
Anno edizione: 1989
Promo attive (0)
(recensione pubblicata per l'edizione del 1989)
recensione di Battaggia, P., L'Indice 1989, n. 6
Jervis chiarisce fin dall'inizio il proprio intento di riproporre la ricerca freudiana e la cura psicoanalitica nei loro aspetti di pensiero e procedimento critici, cui mal si addicono presentazioni e sviluppi dottrinari sistematici e privi di una prospettiva storica.
Considerata come impresa scientifica, la psicoanalisi è difficilmente difendibile sul terreno del confronto con il metodo delle scienze della natura. Anche i ricorrenti appelli a certi aspetti relativistici della moderna epistemologia appaiono tutt'altro che convincenti. Gli attuali orientamenti della psicologia, inoltre, hanno sottratto alla psicoanalisi parte della specificità che al suo sorgere poteva vantare sul terreno del riconoscimento della dimensione inconscia e degli autoinganni della coscienza. Se si attiene però con rigore alla natura empirica del proprio procedimento, implicante uno stretto rapporto fra teoria e pratica clinica, essa conserva, nei confronti della psichiatria e della psicologia, una precisa ragione d'essere grazie alla sua funzione di critica, di interrogazione, di apertura sul mondo interno del paziente e del terapeuta stesso. Del resto, il rifiuto di attenersi ad ogni fondamento biologico nella costruzione di ipotesi teoriche sulla psiche si accompagna sovente ad un soggettivismo e ad uno spontaneismo incontrollati.
Nei due capitoli dedicati all'interpretazione psicoanalitica, Jervis prende in esame l'opera di alcuni studiosi statunitensi che hanno recentemente riscosso molta attenzione richiamandosi in varia misura all'indirizzo ermeneutico. Nel rifiuto di una metapsicologia legata, tramite la discussa teoria delle pulsioni, ad un concetto di energia psichica non compatibile con le attuali conoscenze scientifiche, essi non mostrano, secondo Jervis, la consapevolezza della posta in gioco ben presente in Ricoeur. Il problema aperto da Freud sui limiti che un inconscio conflittuale, ancorato ad irriducibili esigenze biologiche, impone al primato della coscienza, viene accantonato o eluso. Ne deriva una difficoltà a rendere conto dell'inconscio e del conflitto, con una tendenza a riportare in primo piano il soggetto cosciente ed un appiattimento del concetto di interpretazione contrastante con le possibilità offerte dallo stesso approccio ermeneutico.
La tematica del controtransfert consente infine di riportare sul terapeuta il discorso critico della psicoanalisi. Nell'indurre il paziente a chinarsi sul proprio inconscio, egli non può esimersi dal fare altrettanto. Ne scaturisce un invito, esteso all'intera psicoanalisi, ad accettare una posizione antidogmatica di incertezza che, nella consapevolezza della crisi teoretica che la investe, si riproponga di salvaguardare il metodo critico che la caratterizza.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore