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Anno edizione: 2022
Anno edizione: 2022
Attraverso "brevi divagazioni di marca plutarchiana", questo libro offre un approccio arbitrario e vecchio stampo che forse, se preso nel giusto verso, potrà giovare sia alla comprensione di Proust che a quella dei maestri che ho voluto affiancargli.
Tutto ha inizio con un inatteso dono di Natale. Un librone rilegato in similpelle blu navy con intarsi dorati, più simile a una Bibbia da motel che a un romanzo. Il volume in questione è Dalla parte di Swann, il primo tomo di Alla ricerca del tempo perduto nell'edizione dei "Meridiani” Mondadori. Marcel Proust, dunque. Un nome che risulta sconosciuto al beneficiario non meno che all'autore del regalo, entrambi all'ultimo anno di liceo. Sebbene abbia già avuto modo di mettere in carniere letture di un certo calibro, il giovane appassionato di storie non può immaginare che stavolta sarà tutto diverso. Man mano che si avventura nel folto intricato di quelle pagine, scandite da periodi che indugiano su se stessi incuranti della pazienza del lettore, concatenati in una sintassi apparentemente involuta che sembra non dover condurre da nessuna parte, l'immediatezza di lettura, l'entusiasmo spontaneo lasciano spazio a una perplessità incredula. Ci vorrà del tempo perché quella perplessità riveli la sua natura: fascinazione. Di quelle destinate a cambiare il corso dell'esistenza. Da qui prende le mosse l'incantesimo Proust. Come se la sua prosa non potesse entrare nella tua vita che di soppiatto. A distanza di tanti anni, ora che il tempo ha cristallizzato quelle prime impressioni, Alessandro Piperno si volge, per la prima volta in modo così intimo, alle ragioni di quell'incontro felice. Proust non è soltanto l'autore a cui ha consacrato buona parte della sua vita intellettuale. Che lo ha ispirato, come nessun altro scrittore ha saputo fare. Da un certo momento in poi è diventato fatalmente la misura per leggere gli autori amati, Montaigne, Woolf, Nabokov, Roth. Persino Céline, il più accanito nemico della Recherche. Attraverso "brevi divagazioni di marca plutarchiana", questo libro offre un approccio arbitrario e vecchio stampo che forse, se preso nel giusto verso, potrà giovare sia alla comprensione di Proust che a quella dei maestri che ho voluto affiancargli.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
e bravo Piperno che ha saputo tradurre con maestria un mestiere dalla sua passione!
Divagazione in chiave libera su Proust, sulla passione religiosa di Piperno per lui, e su alcuni mostri sacri della letteratura contemporanea, messi a confronto col divino Marcel: con tutto che questi paralleli sembrano più un pretesto per parlare di loro che della Recherche. Godibilissimo il capitolo su Roth. Piacevole, arguto, un po' ruffiano forse, ma con citazioni ben assestate come fossero assist.
Una dichiarazione d’amore dell’autore nei confronti di Proust, una fascinazione che vede gli albori quando in terza liceo, a 17 anni, un amico gli regala il primo volume di ‘Alla ricerca del tempo perduto’, fascinazione destinata a cambiare e segnare la vita dell’autore . Una narrazione su Proust, dove le sensazioni e le considerazioni dell’autore si mescolano con cenni biografici ( amore morboso per mamma e nonna, salute precaria, omosessualità, orientamento religioso per metà cristiano e per metà ebraico), letterari, stilistici (narratore/autore) di Marcel. Nella seconda parte del libro capitoli dedicati al confronto fra Proust e altri grandi letterati: Celine (‘storico’ detrattore della ‘Ricerca’), Nabokov, Dante … In definitiva: un racconto personalistico dell'autore, non coinvolgente, dedicato principalmente agli addetti ai lavori (lo stesso Piperno è insegnante universitario di letteratura francese) e agli appassionati di Proust, almeno quelli che abbiano veramente letto tutti i tomi della ‘Ricerca’ .
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