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E' sorprendente come, in poche pagine, le due autrici siano riuscite a raccontare in modo lucido e toccante al tempo stesso, il fenomeno dei caduti sul lavoro, le cosiddette "morti bianche", conciliando l'aspetto sociale e quello umano. La lettura gradevole dei dati statistici, intelligentemente filtrati e interpretati, ci danno la dimensione del fenomeno sociale; l'aspetto umano emerge in tutta la sua forza, attraverso le testimonianze dei parenti delle vittime. I "superstiti" si fanno loro stessi autori per dare "voce a chi non ha piu' voce", e rendere protagonisti i loro cari, ricordandoli in maniera tenera, mai patetica. Apre il libro Antonietta Meringola che racconta la sua storia "senza luoghi", quella di lei ragazzina che perde tragicamente il padre molto amato, vittima di un incidente sul lavoro, e con lui la vita felice e spensierata che aveva coglia.n la sua famiglia. "Senza luogo" è la sua storia ma anche quella di coloro che restano con le anime devastate, privati ingiustamente, violentemente e improvvisamente degli affetti piu' cari. Ed è proprio la dolorosa testimonianza di chi ha voluto ricordare il padre, il figlio, il fratello, vittime del lavoro, rivendicando "giustizia, equita', norme a misura d'uomo", è stata portata alla luce da Marianna Costa con l'empatia che richiede l'ascolto e la narrazione di percorsi dolorosi e la denuncia delle ingiustizie che i numeri dei caduti sul lavoro ancora continuano a raccontare.
Una delle diverse caratteristiche che deve avere una narrazione, è l'autenticità. Altresì la veridicità. Il volume di Antonietta Meringola e Marianna Costa contiene, tra le altre, queste due peculiarità. Punto in comune, le morti bianche, ossia quelle sul lavoro. Si parte dal delicatissimo, nonchè gioioso racconto della gioventù della titolare di Apollo Edizioni, trascorsa in diverse regioni del sud Italia. Antonietta, con taglio meravigiosamente introspettivo, racconta della sua famiglia, suscitando in chi scrive, vive e profonde emozioni. Racconta della tragica morte del suo papà e la narrazione del cupo episodio, funge da anello di congiunzione con i drammatici racconti di Marianna. Quest'ultima ha raccolto le storie di chi ha perso persone care sul lavoro. Famiglie, mogli, gentiori, fratelli e sorelle annientati dal dolore. Costoro si rivolgono ai loro cari, con parole veri e propri testamenti d'amore. Impossibile non fermarsi a riflettere, su come tutto era possibile evitarlo. Bastava volerlo. Un libro che va assolutamente letto. Perchè ogni morte raccontata in questo libro, insieme a ognuna sul posto del lavoro, non sia scordata. Mai.
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