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scheda di Gualandi, M.L., L'Indice 1992, n. 2
Esperta conoscitrice della decorazione architettonica romana e, in particolare, delle lastre "Campana", di cui da tempo studia i contesti di appartenenza, i cicli decorativi, i luoghi e i modi di produzione, l'autrice isola in questo libro il nucleo di pezzi provenienti dall'area del tempio di Apollo sul Palatino a Roma che, per il loro elevatissimo livello qualitativo, le grandi dimensioni, il numero dei tipi attestati e la peculiarità di alcuni temi decorativi, occupano una posizione di primo piano nella ricostruzione della genesi e dello sviluppo dell'intera classe di materiali. Ad accrescere l'interesse dei pezzi presi in esame (sei lastre, cui si aggiungono due sime e tre antefisse) contribuisce il fatto che rappresentano il documento superstite più completo della decorazione del complesso cultuale, che costituiva uno dei punti chiave del ponderatissimo programma di propaganda a cui Augusto dedicò la massima attenzione dopo l'ascesa al potere. Il volume inizia con un'analisi iconografica dei pezzi, in cui si cerca di districare di volta in volta il groviglio di richiami e citazioni per rintracciare i singoli apporti. I numerosi spunti di ricerca che emergono da questo paziente lavoro sono riassunti nel capitolo conclusivo: dalla dimostrazione dell'esistenza di un unico filo conduttore che lega i temi raffigurati sulle lastre, intimamente legato al complesso programma decorativo del tempio di Apollo, alla sottolineatura dello stile arcaizzante che, come del resto il ricorso a trabeazioni in terracotta, è indizio di un voluto conservatorismo. Infine l'attribuzione delle lastre e delle antefisse ai peristili della casa di Augusto (e non al tempio vero e proprio, che era costruito in marmo e perciò incompatibile con decorazioni fittili), che dimostra la compenetrazione fra la propria residenza privata e il santuario, voluta dal 'princeps' nei confronti del suo dio protettore.
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