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Resto perplesso dopo la lettura di questo libro perchè non riesco a catalogarlo nel classico "giallo". Forse perchè l'autore ha mischiato troppi argomenti: troviamo la classica indagine per smascherare un serial killer, il tema dell'eutanasia, il rapporto tra padre e figlio, l'amore giusto o sbagliato per una donna più giovane di vent'anni. Ovviamente tutto ciò allontana il lettore dal seguire l'iter del protagonista, Leo Malinverno, che conduce una indagine personale alla ricerca del killer.
Vi sono persone per cui è facile scrivere e parlare. Tradurre emozioni. Che hanno un talento affabulatorio e ipnotico pervasivo, e un’immaginazione potente. Mariano è così, ha lo stigma del narratore (ben diverso da quello di Caino). Leggendo il noir, ho sperimentato il piacere della scorrevolezza travolgente che poche prose di italiani possono vantare. È stato facile consegnarmi al sommesso monologare del protagonista, il giornalista investigativo Leo Malinverno, e lasciare che mi conducesse sui luoghi degli omicidi dell’efferato Tatuatore, Killer seriale che asporta lembi di pelle. Una volta arrivata a destinazione e abbandonata, intenzionalmente (ah, briccone di un romanziere!) in quella tenebra illuminata dalla luce intermittente delle volanti, ho sperimentato un’angoscia concreta, realistica. Perché ad essere rappresentato era il male nell’accezione di male etico e psichiatrico, e l’invenzione solo uno stratagemma per trascinare l’attenzione dei lettori su una presenza troppo spesso ineffabile, ma non per questo meno devastante nelle conseguenze. Insomma, un noir con tutti i crismi, questo “Primo venne Caino”, avvincente, marezzato di cupezze di varia matrice, popolato di personaggi a cui immancabilmente ci si affeziona dopo un centinaio di pagine e per cui si prova apprensione. E un noirista che instilli nel lettore la preoccupazione per i protagonisti mette a segno un colpaccio! In più (perché c’è un dettaglio supplementare in questo libro, un coronamento, un suggello) posso dire di essermi imbattuta in qualcosa di straordinario. Mi sono imbattuta in una storia che parla di sentimenti. Non con il meccanicismo di chi li simuli, per mestiere, ma con la sapienza di uno scrittore che abbia le diottrie per riconoscere l’amore, l’amicizia, e tutta la gamma degli affetti, dai più teneri e sfumati ai più cupi e distruttivi. Insomma, ti sono grata, Mariano, per avermi tenuto compagnia in questi mesi, quando venivo a sbirciarti, dentro al tuo noir, tra una recensione
Un romanzo unico, ci cadi dentro e non dimentichi più i personaggi. Malinverno è un gran figo, qui a caccia di un serial killer! lo rileggerei, lo rileggerò!
Recensioni
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