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E' il commissario più famoso d'Italia, amato da molti affezionati lettori che ormai sanno tutto di lui: pregi, difetti, abitudini, gusti, amicizie, paure
Fino ad oggi, però, nessuno aveva notizie del suo passato. Ora Camilleri ha deciso di svelarlo in un nuovo libro, che narra i primi anni della carriera dell'investigatore di Vigàta. In tre lunghi racconti lo scrittore siciliano traccia il ritratto di un Montalbano poco più che trentenne, alle prese con le ingenuità, le intemperanze e i moti del cuore della gioventù.
Le storie riunite nel volume sono diverse tra di loro per temi e per ambientazione temporale; non riguardano delitti di sangue, ma trasmettono tutte grande tensione e mistero. Nella prima, Sette lunedì, il commissario deve risolvere un caso bizzarro e piuttosto inquietante: uno strano killer compie uccisioni di animali che evocano terribili profezie della Cabbala, lasciando inquietanti messaggi su semplici "pizzini" di carta quadrettata. Il secondo racconto, La prima indagine di Montalbano, ha inizio in un paese dell'entroterra, Mascalippa, dove incontriamo l'allora giovane vice commissario in attesa della promozione e del trasferimento ad altra sede. Accanto a lui compaiono personaggi finora sconosciuti: Libero Sanfilippo, primo capo di Montalbano e maestro di indagini, e Mery, una vecchia fidanzata. In queste pagine anche l'incontro folgorante con Vigàta, il suo mare, i suoi luoghi, la sua gente. Qui ha luogo la prima indagine in qualità di commissario, al centro della quale appare una ragazza troppo silenziosa e troppo intrigante. Infine, nella terza storia, Ritorno alle origini, Montalbano si dimostra il poliziotto assai più scafato che abbiamo imparato a conoscere nei precedenti romanzi, questa volta alle prese con il finto rapimento di una bambina di tre anni, sotto cui s'intuisce una laboriosa trama della mafia.
Sullo sfondo di una Sicilia mediterranea e solare, che permea prepotentemente l'intera narrazione con i suoi paesaggi, i suoi sapori, la sua lingua, Camilleri regala ai lettori un altro appassionante capitolo della vita e delle avventure di un personaggio unico; un protagonista allo stesso tempo speciale e ordinario, che incarna l'eccezionalità dell'eroe e le emozioni, i dubbi e i timori dell'uomo qualunque. Moltalbano non raccoglie certo il viatico che, in procinto del trasferimento a Vigàta, gli rivolge il suo maestro Libero Sanfilippo: "Se ti lasci pigliare da qualsiasi reazione, sgomento, orrore, indignazione, pietà, sei completamente fottuto". Al contrario, indulge spesso al sentimento e alle emozioni, lasciandosi guidare, anche nel lavoro investigativo, dalla sua inconfondibile personalità. Proprio questo è il suo punto di forza, ciò che lo rende più reale, più umano, più vicino ai lettori che lo amano.
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