La partecipazione italiana alla guerra di aggressione all'Unione Sovietica ebbe nella tragedia dell'annientamento dell'8ª Armata (forte di 230.000 effettivi e meglio conosciuta con l'acronimo di ARMIR, Armata italiana in Russia) una ulteriore tragedia: a fronte di 25.000 caduti in battaglia vi furono 70.000 prigionieri di cui solo 10.000 restituiti e ben 60.000 deceduti nella prigionia. L'autore lavorando sui documenti dell'Archivio storico diplomatico italiano per il periodo 1944-1954 e sulle memorie degli stessi diplomatici che all'epoca dei fatti ressero l'ambasciata d'Italia a Mosca, ha potuto documentare come in Italia la ragion di stato e le convenienze della politica non portarono sempre alla verità.)
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