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Anch'io ritengo che si possa affiancare tranquillamente a Maupassant, a Stendhal e ad altri classici soprattutto francesi. Benché il tema non sia affatto nuovo, il romanzo è condotto con una sua proprietà stilistica, che è poi la cifra di quest'autrice e che a me piace molto.
"Io e te scaraventati dall'amore in una stanza, mentre tutto intorno è pioggia, pioggia, pioggia e Francia"* Se solo avessi i poteri di Maga Magò e non solo vagamente l'immagine corporea, mi reincarnerei in quel corpo - no, non solo in quel corpo - in tutta quella foto, in quell'immortalato, imperituro momento di seta. Mi chiamerei Lisa**, l'immortale, bellissima Lisa che non si alzerà mai. E pensare che arrivata all'ennesima lettura di un libro della Némirovsky, non credevo di esserne di nuovo colpita, e invece sì; ora, pur non amando le donne - soprattutto nude -, sono ipnotizzata anche dalla copertina, scelta da Adelphi, per di più. Direttamente o indirettamente, mi tira sempre fuori cose nuove o mi rimescola quelle vecchie sopite, caoticamente accantonate dentro di me, in profondità, e mi invita a riconsiderarle, a dargli una spolveratina, eliminare il superfluo e riporle ordinatamente a futura, eventuale contemplazione. "La libertà ha valore solo se sospirata, desiderata ardentemente, ma così, offerta in regalo, ha altri nomi: abbandono, solitudine..." "La tragedia della vecchiaia non è che si diventa vecchi, ma che si resta giovani" "Una donna ci voleva così poco ad averla: qualche carezza, un giovane corpo instancabile, un cuore che si negava, non occorreva molto di più..." Musiche e immagini vengono evocate, e suggestioni... bello!, ma il libro è in gran parte tutt'altra cosa: è ambizione, arrivismo, egoismo, accanimento, rancore, invidia, opportunismo, avidità, indifferenza, freddezza, interesse, calcolo, vendetta e la sconfitta dell'amore. Ma l'amore sconfitto ritorna, e si vendica. Paradossalmente sì, l'amore torna e si vendica - come l'avevo atteso io, dalla copertina, dalle prime pagine in poi, continuando a viaggiare per conto mio, nonostante l'arido Jean-Luc, nonostante la tristissima Edith. *Paolo Conte - Parigi, Reveries; **In copertina: Horst P. Horst, 'Lisa sulla seta (mentre si alza)', 1940.
C'è la VITA in questo straordinario romanzo di Irene Némirowsky, a cominciare dall'apertura con cui l'autrice ci introduce nel salotto di una famiglia borghese in declino. Il padre sta morendo ed è già in quella dimensione in cui le preoccupazioni terrene perdono d'importanza; la madre cuce trattenendo angosce e desideri come, probabilmente, le hanno insegnato generazioni di donne; i figli più piccoli sono ancora troppo vicini all'infanzia. Jan Luc, il figlio di primo letto, è un giovane uomo desideroso di fuggire alla morte e al degrado che lo circonda. Ha tutto il mondo ai suoi piedi perché è innamorato, e non importa che Edith sia la ricca figlia di un potente banchiere: l'Amore può tutto. Quando la sua illusione viene tradita, la delusione è tanto cocente da portarlo a una scelta estrema: chiedere il cuore e vendicarsi. Spinto dalla passione giovanile che non permette di vedere le sfumature e rende tutto o bianco o nero, prende una strada che condizionerà tutta la sua vita. Con calcolo, nel giro di quattro anni, Jan Luc diventa tutto ciò che 'crede' di voler essere, conosce uomini potenti e si arricchisce ... sprofondando nel vuoto di un'esistenza sterile ed effimera. Finché l'Amore non torna a ghermirlo, inaspettato, sotto forma di una donna anonima e derelitta, con cui Jan Luc si sente in pace. Forse ritrova quella madre persa in tenera età, fatto sta che solo con Marie è totalmente sereno. 'Tu non mi dai la felicità', le dice, 'tu mi dai l'OBLIO'. L'Amore porta fuori dal tempo e dallo spazio; una misera stanza diventa più importante di un palazzo, il calore avvolge tutto solo quando si è con la persona amata. E la vita che Jan Luc si è costruito con volontà, tenacia e sacrificio non ha più valore. In chiusura, quando l'apatia lo ricongiunge al padre, rivede nel fratellastro se stesso ... ma non gli importa più. La scrittura della Némirowsky è 'ricca' e descrittiva. Un romanzo bellissimo ma consigliato solo a un pub
Recensioni
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