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Lettura che conduce dritta a un delirio narcisistico. L'autostima del lettore ingenuo è costruita su una continua ed estenuante contrapposizione "individuo/resto del mondo" vittimistica e assolutista. Le categorie di bene/male, vittima/carnefice sono assolute e non contemplano sfumature. Ovviamente a sfavore dei perseguitati iperefficienti mentali. Dalle argomentazioni, dagli aneddoti e dai continui accostamenti espliciti dell'autrice questi iperefficienti mentali sarebbero in fin dei conti tutti Asperger, schizofrenici, depressi e bipolari. Non mi capacito di queste recensioni.
Lettura molto utile per un'autoriflessione. È un percorso dentro se stessi. Per chi si riconosce in questa tipologia di persona lo consiglio vivamente perché aiuta davvero a capirsi e non sentirsi più, a volte, come alieni in un mondo dove la maggior parte delle persone ha ben altre caratteristiche. La Petitcollin riesce a parlare alla nostra interiorità e farle capire che non apparteniamo alla massa ma, proprio per questo, possiamo considerarci speciali grazie alle caratteristiche del nostro cervello che tanto ci contraddistingue. In conclusione: riesce a farci fare pace con noi stessi...e non è poco!
Non posso che trovarmi d'accordo con i commenti precedenti. Sono esattamente una di quelli che la Petit-Collins descrive come iperefficienti mentali, plusdotati (non amo il termine poiché è solo un differente uso degli emosferi cerebrali e dell'amigdala), come coloro che si sentono costantemente incompresi e sbagliati, distopici ma che sono, di fatto, solamente DIVERSI (un 15% rispetto alla popolazione generale). Ci troviamo a vivere in un mondo che ci vede sempre come "troppo": sensibili, suscettibili, con un pensiero collaterale inusuale, con un'empatia ed una capacità di sentire le emozioni umane fuori dal comune, sofferenti di fronte a ciò che nessun altro troverebbe minimamente importante. Questo libro è stato illuminante pagina dopo pagina, ci trovo me stessa in ogni singola descrizione, ha dell'incredibile; allo stesso tempo è davvero catartico sapere che non si è soli, che esistono dei motivi neurobiologici alla base di questo modo di sentire e di ragionare e che, riconoscendo i meccanismi che gli altri mettono in atto nei nostri confronti, possiamo imparare a "farci meno male", a disinnescarli, riespettando noi stessi senza doverci per forza immolare a unico vantaggio degli altri o tralasciando i nostri bisogni come sempre facciamo. Lo consiglioa ssolutamente, è davevro uno strumento da leggere e rileggere!
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