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È un testo interessante perché lega la riflessione di Gramsci all'elaborazione del pensiero politico-militare italiano del primo Novecento. È questo un chiaro pregio storico, critica in modo netto le posizioni di Junger e Trotsky sull'offensiva prendendo spunto dalle spallate di Cadorna, rivaluta l’analisi di Lenin sull'impossibilità dell’immediata rivoluzione in occidente. Dove è il suo limite, ritenere che l’intuizione di Gramsci condensata nella parola d’ordine della guerra d’occidente sia una chiara strategia netta per affrontare la rivoluzione ad occidente. Oggi sappiamo che non lo era, sia per la lettura ed interpretazione che ne diede Togliatti, sia perché sottovalutò – non Gramsci – la necessità delle rotture istituzionali per irrobustire la democrazia.
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