Già a nove anni, Cafiso muove i primi passi facendo esperienza con musicisti di fama internazionale come Bob Mintzer, Maria Schneider e Gianni Basso. A tredici anni, al Festival jazz di Pescara, l’incontro decisivo con il leggendario Wynton Marsalis, che l’anno successivo lo porta con sé nell’European Tour 2003. È l’inizio di un’inarrestabile escalation di successi e collaborazioni con musicisti di fama internazionale. Nel 2004 a New York riceve il massimo riconoscimento dall’International Jazz Festival Organization, nella stessa occasione, per Umbria Jazz, suona accompagnato da un trio eccezionale: James Williams, Ray Drummond e Ben Riley. Oggi, a soli diciannove anni, Cafiso dimostra una straordinaria maturità musicale e una sorprendente capacità d’improvvisazione; è di casa al mitico Lincoln Centre di New York, incide e suona con i big più celebrati. Nel 2007 esce in Italia New York Lullaby pubblicato per la Venus Records con il suo New York Quartet (David Hazeltine, David Williams, Joe Farnsworth). L’album che vi presentiamo innanzitutto si distingue dal precedente per la band drumless e l’aggiunta di un fiato, la tromba dell’eccellente Dino Rubino. Un altro giovanissimo talento, vincitore nel ’98 del prestigioso concorso nazionale “Massimo Urbani” come miglior talento emergente del jazz italiano. Standard jazz e non solo, brani di Jobim, la splendida titletrack, composizioni originali di Ahmad Jamal, Steve Swallow e Tom Harrell, suonate con grande passione e trasporto, a voler testimoniare con questo album che Francesco Cafiso non è solo il mostro di tecnica che conosciamo sul quale la critica si è soffermata prevalentemente negli ultimi anni e finanche al disco dello scorso anno, ma è ormai un artista maturo, con un proprio linguaggio e un punto di vista autonomo e autentico di come vada suonato il jazz. Questo è il disco dove emergono più che in tutti gli altri l’anima e il cuore di Francesco.
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