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L'esperienza dei Corridoi Umanitari, un modello di integrazione che dà nuova vita ai migranti e alle nostre comunità.
«Dobbiamo scavare nella paura e nella diffidenza un corridoio di umanità che ci aiuti a riscoprire l'altro come ricchezza e sostegno» - Vincenzo Paglia
Porte aperte: della comunità, della propria casa, della mente. Le storie raccolte in questo libro iniziano così, da persone che, vincendo la diffidenza, hanno accolto in vario modo persone in fuga dalla guerra, dalle persecuzioni, dalla morte. Attraverso di loro la rete dei Corridoi Umanitari promossi dalla Comunità di Sant'Egidio, dalla Federazione delle Chiese Evangeliche e dalla Conferenza Episcopale Italiana si è allargata ed è diventata il modello concreto e praticabile di una vera integrazione. Mario Marazziti, esperto e protagonista di politiche sociali innovative, ha attraversato l'intero Paese, da Treviso a Palermo, visitando città e piccoli centri, per raccogliere esperienze di un tipo di accoglienza diffusa che funziona e non richiede finanziamenti pubblici e che, mentre offre una nuova vita ai profughi, fa rinascere anche le comunità locali intorno a un progetto comune. Nel suo viaggio dà voce all'Italia che non cede alla paura, non distoglie lo sguardo dalle sofferenze degli altri; a cittadini che a partire dalle ragioni della solidarietà e di un umanesimo profondo, hanno dato l'avvio a una significativa trasformazione sociale. E nella conclusione offre proposte operative per le politiche italiane ed europee. Un libro di storie autentiche che lasciano intravedere un futuro alternativo ai muri e ai porti chiusi e rappresentano l'antidoto alle narrazioni che impediscono di vedere nell'altro la somiglianza con noi stessi.
Indice
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Un libro bellissimo, ben scritto e pensato. Una raccolta di racconti "on the road" che si dipanano dal Nord al sud di un'altra Italia, tracciando un itinerario della solidarietà. Un'Italia silenziosa (purtroppo) che ci restituisce l'immagine migliore di ciò che ognuno di noi è o potrebbe essere. Si tratta di interviste a persone che accolgono altre persone, più sfortunate, arrivate in Italia attraverso la geniale e straordinaria creazione dei "corridoi umanitari", ideata e realizzata dalla Comunità di Sant'Egidio, insieme alla chiesa valdese, alla Cei ed alle chiese protestanti.
Tante storie che raccontano di come il volontariato di matrice cattolica, in collaborazione con le parrocchie, lavora in diverse parti d’Italia per superare i pregiudizi e creare reti di solidarietà fra gente del posto e nuclei familiari siriani o africani, preferibilmente cristiani, in fuga dalle bombe e dalla fame, e opera per accogliere i migranti e favorirne l’inclusione nel tessuto sociale, l’inserimento scolastico e, quando possibile, quello professionale. I generosi protagonisti delle azioni di sostegno devono spesso scontrarsi – oltre che con le diffuse prevenzioni – con l’indifferenza e l’ostruzionismo di quelle istituzioni amministrate da chi ha fatto le proprie fortune elettorali inculcando la paura e il rifiuto del diverso. Sono illuminanti le considerazioni conclusive che con elementi di fatto ribaltano i dati falsi e i cliché ripetuti fino alla noia e che fanno riflettere sul progressivo degrado del sentire medio, in Italia e non solo. Se forse c’è un limite in questo libro è la presentazione di esperienze relative unicamente alla religione cristiana; si può avere la spiacevole sensazione che solidarietà, comprensione e fraternità siano considerate monopolio di una confessione religiosa e non invece, come in realtà è, prezioso patrimonio in comune con altre fedi e con posizioni di ateismo e di agnosticismo. Al di là di questo, si tratta comunque di preziose testimonianze che documentano strazianti drammi umani e ferite difficili da rimarginare; spiace che non siano divulgate al grande pubblico che spesso resta all’oscuro di queste tragedie e di queste concrete ed encomiabili iniziative di assistenza.
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