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Bellissimo
Cooper mostra una grande competenza nel ripercorrere la storia europea, individuando nei vari personaggi che popolano il suo inferno qualche caratteristica peculiare: Stalin, ad esempio, il dittatore sanguinario colpevole della morte di milioni di persone, si commuove di fronte alla presenza dei due bambini, Sam e Belle, proponendosi per loro come un vecchio nonno affettuoso; anche la regina Matilde, una sovrana spagnola, impazzisce per quei due piccoli che vorrebbe tenere con sé a qualunque costo. Poi c’è un grosso eunuco che si sacrifica per amore di Emily, accontentandosi del solo suo ricordo, o la regina Mecia che si innamora di uno dei vivi che sceglie di rimanere con lei per l’eternità, o Enrico VIII, grato perché la sua ferita infetta viene curata con una specie di muffa, progenitrice della penicillina... Glenn Cooper ci tiene incollati alle sue pagine come sempre, in attesa della conclusione della saga: purtroppo ancora una volta si spalancheranno le porte dell’inferno, imponendo all’autore nuovi sforzi della sua inesauribile fantasia creatrice. Solo uno scienziato dannato, Paul Loomis, riuscirà forse nell’impresa di sigillare per sempre l’altra dimensione. Vedremo.
"Sapeva in che luogo erano finiti, ma non voleva pronunciarne il nome. Non poteva, perché altrimenti l'avrebbe reso reale. La parola che Delia non riusciva a pronunciare era Inferno." La porta delle tenebre è un sequel scritto e pubblicato a ridosso del primo libro e, per questo, potrebbe essere considerato la sua appendice naturale. Le differenze, infatti, sono poche e maggiormente dovute al necessario sviluppo della trama piuttosto che ad un mutamento o ad un'evolversi della vicenda. Uno degli aspetti che cambia è la quantità di punti di vista disponibili. All'inizio del romanzo troverete nuovi personaggi e i loro relativi point of view che riusciranno a rendere meno scontata e più interessante la storia. Questa struttura maggiormente articolata andrà a scemare sempre di più fino ad essere ridotta al minimo al termine del volume. La storia continua e, ovviamente, con essa si sommano nuovi concetti, colpi di scena e strategie. La credibilità in questo caso risulta maggiormente traballante, specie sul finale in cui l'autore utilizza un escamotage che indispettirà i maggiori appassionati di storia. Quest'ultimo aspetto, oltre che nel punto appena specificato, rimane quello più curato e che dà il maggior valore al romanzo. Gli approfondimenti sui personaggi storici sono inferiori ma sempre puntuali. Ho apprezzato particolarmente le parti in cui l'autore mostra la reazione attonita delle persone, morte antecedentemente ad una determinata scoperta, davanti alla sua realizzazione. Il resto della recensione su LeggoQuandoVoglio.it
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