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I porcellini d'India e il pastorello. Personaggi dei Promessi sposi di Manzoni: fine di un messaggio cattolico
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I porcellini d'India e il pastorello. Personaggi dei Promessi sposi di Manzoni: fine di un messaggio cattolico
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Rovesciando un'intera tradizione critica, Alberti, svela un Manzoni niente affatto moralista cattolico, anzi scrittore attento a sottolineare la propria estraneità a qualunque esternazione religiosa e/o morale dei suoi personaggi estremamente autonomi che seguono solo la loro spontaneità naturale. L'ispirazione poetica del Manzoni dei 'Promessi Sposi', romanzo in realtà senza protagonisti, acquista così un vero splendore in personaggi decisamente universali, senza registri, ruoli, finalità, come l'uomo, senza predestinazione. Qual è allora il ruolo effettivo della Provvidenza in questo travagliato romanzo impossibile? E la fede? E' una credenza popolare?
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In commercio dal:
1 novembre 2001
Pagine:
287 p.
EAN:
9788883582387
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Piero Alberti
02 giugno 2002
RECENSIONE DEL QUOTIDIANO LA SICILIA 27 maggio 2002 TERZA_PAGINA Pagina 16 La Provvidenza non conta I PROMESSI SPOSI SECONDO PIERO ALBERTI I Promessi Sposi sono il romanzo della Provvi-denza? Macché! Sono l'affermazione dell'auto-nomia e della irrilevanza della Provvidenza. Tutto da cambiare nei manuali dai quali fatico-samente i nostri liceali apprendono che secondo il Manzoni un Disegno divino guida tutte le a-zioni della vita secondo uno scopo ben preciso. Così almeno ritiene Piero Alberti, studioso cata-nese, filologo presso l'Università di Francoforte sul Meno, autore di un saggio rivoluzionario sul nostro massimo narratore romantico (I porcellini d'India e il pastorello, Armando editore, 2001). Lo spunto da cui parte l'insolito titolo è la cele-bre immagine (nel cap.XI del Romanzo) con cui don Lisander si paragonava al ragazzino che cerca di tenere in ordine i propri porcellini d'In-dia e non ci riesce, perché quelli scappano da tutte le parti, e lui allora si adatta ad assecondar-ne i movimenti. I personaggi manzoniani sono la stessa cosa: non si comportano come semplici strumenti di una superiore Volontà, ma hanno assoluta autonomia, seguono tendenze e mire del tutto personali e se esiste un disegno superiore è esso che si deve adeguare al capriccio delle per-sone e non viceversa. Il libero arbitrio dell'uomo prevale sulla fissità del destino. Un ribaltamento totale delle prospettive critiche che viene seguito e documentato per quasi 300 pagine passando in rassegna i maestri della critica manzoniana, dallo Scalvini che scrisse all'indomani della prima pubblicazione del romanzo, al De Sanctis, al Russo, al Momigliano, al recente Ferruccio Uli-vi, a Silvano Nigro che ha dato felicissimi appor-ti all'analisi della dinamica narrativa. Alcuni dei punti nodali della dimostrazione: il vecchio ser-vitore che fa la spia ai danni di Don Rodrigo e sostanzialmente salva Lucia dalle grinfie dei bravi, normalmente viene preso come inconsa-pevole strumento della Provvidenza. Ma non è tale. Il Manzoni annota
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Lydia Gans
11 novembre 2001
MANZONI ‘CATTOLICO’? Ma quando mai!!! “I porcellini d’India e il pastorello Personaggi dei Promessi Sposi: fine di un messaggio cattolico” Recensione Con i tipi dell’Editore Armando di Roma è uscito con questo titolo un interessante volume che ribalta dalle fondamenta l’intera tradizione letteraria e culturale che aveva mummificato la figura di Alessandro Manzoni come predicatore e moralista cattolico. L’autore, Piero Alberti, professore d’italiano nei Licei tedeschi e appassionato studioso di Manzoni, leggendo il personaggio dei Promessi Sposi attraverso un’interessante microanalisi del testo, ha svelato tutti quei luoghi in cui Manzoni volle decisamente prendere le distanze dalle esternazioni religiose e/o morali dei vari personaggi. È questo un esito rivoluzionario che fa della dottrina della fede e della provvidenza solo una credenza popolare come si evince attraverso gli stringenti argomenti di Alberti che non lasciano adito a nessun dubbio. Il romanzo del Manzoni quindi, perduta l’incrostazione religiosa, acquista una validità poetica del tutto nuova: i personaggi, pieni di autonomia, perdono funzioni, ruoli e finalità per assumere il realismo universale della figura umana lontana da ogni forma di predestinazione. Il commento a quattordici personaggi, in un linguaggio e uno stile che affascina, offre al lettore esiti suggestivi e inquietanti.
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