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scheda di Giacomasso, S., L'Indice 1991, n. 2
"Nel tempo stesso che ci saranno oppressi in questo mondo, ci saranno sempre spiriti attenti che andranno a lottare per la libertà. E faranno del cristianesimo non un totem legittimatore dei poteri aristocratici di questo mondo, ma una mistica di liberazione per i numerosi oppressi. E coloro che rifletteranno su questa pratica faranno teologia della liberazione" (Boff, lezione tenuta all'università di Torino il 26 novembre 1990). Dalla fede, intesa come visione liberatrice dell'esistenza, può nascere un cristiano rivoluzionario. Quando ha successo, come è avvenuto in Nicaragua, questo cristiano si trova ad affrontare la questione della preminenza, nella vita pratica, dell'etica o della politica. All'epoca della lotta contro Somoza, i militanti delle comunità di base scandivano: "Entre cristianismo y revoluci¢n, no hay contradici¢n"; dopo la vittoria, questa convinzione portò dei religiosi, come Fernando Cardenal e Miguel d'Escoto, ad assumere degli incarichi governativi. Su questa stessa linea si collocano i contributi, raccolti da Girardi e V¡gil, in occasione del seminario "Per una teologia della liberazione a partire dal Nicaragua" (1985), indetto dal Centro Ecumenico Antonio Valdivieso di Managua. Numerosissimi, gli interventi si devono tanto a personalità prestigiose, quali Xavier Gorostiaga e Uriel Molina Oli£, Ernesto e Fernando Cardenal, Pedro Casald liga e Miguel d'Escoto, come a militanti coinvolti, a qualsiasi titolo, nel processo di formazione di una teologia "popolare", non soltanto fatta per il popolo, ma dal popolo. Benché gli interventi abbiano il pregio di una notevole ampiezza di prospettiva, teologica, pastorale, storica e politica, sfortunatamente per il lettore poco aggiornato, "fotografano" una situazione ormai datata. È presumibile infatti che la situazione nicaraguense, "frontiera" teologica e modello da rielaborare, sia radicalmente cambiata, anche per quanto riguarda il pensiero teologico e pastorale, in seguito alla vittoria della signora Chamorro e alle minori contestazioni che monsignor Obando y Bravo deve subire. Tutti gli interventi, per vari motivi concordano sul fatto che il dibattito sulla teologia della liberazione cerca di occultare il conflitto politico; dalla loro prospettiva, essi sottolineano invece come, proprio a livello teologico, debba essere prevalente "non la battaglia per il 'Dio vero',... ma la battaglia per il Dio dei poveri. E la battaglia per il Dio dei poveri si gioca nella battaglia per i poveri di Dio " (p. 254). È questo il motivo per cui, come dice padre Boff, l'America Latina è l'unico continente in cui i teologi sono sorvegliati dalla polizia.
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