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Patrizia Valduga, probabilmente la più nota poetessa italiana, e autrice di splendidi versi d'amore, ha curato per Interlinea una piccola antologia di 50 poeti nazionali "innamorati" del sentimento per eccellenza: dal duecentesco Guittone d'Arezzo al contemporaneo Giovanni Raboni, che chiude il volume con alcune composizioni memorabili. "I poeti che amano come adolescenti sono perdutamente innamorati di se stessi",afferma la Valduga, e si sa quanto egocentrismo e autoreferenzialità animi in genere i letterati. Per cui sembra particolarmente acuta e ironica l'esortazione manzoniana riportata nell'introduzione a occuparsi di altri sentimenti, più nobili e solidali dell'amore: "la commiserazione,l'affetto al prossimo,la dolcezza,l'indulgenza". Comunque, qui d'amore si parla,e di amore in versi... Ma la scelta degli autori antologizzati risulta subito abbastanza discutibile, quasi provocatoria: sia per le esclusione che per le inclusioni. Sono presenti infatti nomi assolutamente marginali nella storia della nostra letteratura (Bonaccorso da Montenegro,Chiara Matraini,Francesco da Lemene..); di altri poeti eccellenti vengono presentate poesie francamente mediocri o poco rappresentative o addirittura fuori tema (Pascoli,Prati, Palazzeschi, Tessa, Giudici, Ungaretti..); su alcuni poeti importanti e volutamente -polemicamente- tralasciati, la curatrice esprime giudizi impietosi (Buonarroti, Penna,Gozzano: che pure hanno scritto versi leggendari).Non si sa se per amore del paradosso o gusto della sfida, Valduga arriva ad anteporre Monti a Leopardi, Rebora e Betocchi a Montale; con coraggio,o con presunzione e scherno. Ma alla fine il lettore, forte della conoscenza di altre ponderate antologie di poesie d'amore(Garzanti,Rizzoli,Scheiwiller) si può chiedere che senso abbia questa operazione editoriale, e se non risulti a discapito di chi l'ha promossa e pubblicata.
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