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Negli anni del dominio letterario di D’Annunzio, due piccoli libri portavano ai lettori una nuova idea di poesia. Erano opera di Guido Gozzano, che con i suoi versi raccontava un mondo popolato da personaggi comuni e “buone cose di pessimo gusto”. Ma dietro l’apparente semplicità di quel linguaggio tanto diretto da risultare prosaico si percepiva la raffinatezza di uno stile aggiornato alla luce delle esperienze francesi più innovative. E, su tutto, una sottile e persino affettuosa ironia. Questa edizione, magistralmente annotata e introdotta da uno dei maggiori studiosi italiani, Giorgio Bárberi Squarotti, presenta entrambe le raccolte edite da Gozzano e una scelta amplissima delle poesie rimaste inedite, a partire dall’incompiuto poemetto Le farfalle.
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poesie stupende
Ottima edizione arricchita da note di commento molto accurate!
C'e' musica e musica, c'e' acqua ed acqua, e certi echi, certe distanze, i fresci lasciti di alcune risacche sono e restano nelle tasche del tempo tesori piu' che intatti. Gozzano strega ancora gli anni e la lettura con la sua lingua stupenda, il laccio ancora teso e ancora perso fra il bambino e l'uomo, i passaggi, gli addii, i rimpianti e i pudori di uno squisito universo di dentro::"...e io fui l'uomo d'altri tempi,/ un buono sentimentale giovine romantico.../ Quello che fingo d'essere e non sono!". Si sente e si tocca come in pochi altri autori la traccia di un destino di poesia, il bruciore di timidezze aperte e di brevi entusiasmi, una voce che getta nel mare della propria coscienza un corpo di interezza amorosa lasciando che la maternita' della poesia, "quella fede letteraria/ che fa la vita simile alla morte" consegni alle pagine una delle piu' belle biografie della storia italiana e ne culli l'alone immortale. Sara' forse questa segretezza delicata nell'accostamento dei periodi, ma e' sempre come sfiorare i tremori di un ragazzo su ogni rigo che scorre (non gli fu lungo in effetti il respiro). Ma tutto nei suoi versi sembra come lavare il nero degli uomini, le loro trame storte, i nonsensi e la pochezza vita col dono della vera parola. Istanti arrivano a salvare come steli anche fragili, ma non importa quando la materia in gioco e' maneggiata con animo autentico. Del resto felicita' puo' anche non essere accentata sull'ultima vocale, resta lo stesso alto il suo astro in ogni scossa di memoria, e ancora adesso traduce commozione, incanto, fratellanza. Poesia letta a scuola e' per fortuna un mondo rinnegato, isola andata tranquillamente a fondo. Oggi questo poeta non smette di offrirci luce, alito lieto, ricordo e meraviglia di parole adorate. Che nessun vento potra' indebolire.
Recensioni
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