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La grande paura di tornare poveri ripercorrendo la storia familiare dell’A., col ruolo principale della nonna paterna Caterina allargando (ma non molto) al contesto, ad altre storie, alle vicende storiche. Oggi (anni duemila) si rischia di arretrare e non conservare più quel che i nostri genitori hanno costruito con il sacrificio del lavoro e dei risparmi. La misera dell’ottocento-novecento come testimoniata qui era durissima,ma almeno si guardava al futuro con speranza. L’economia era soprattutto basata sull’agricoltura, in un sistema di "capitalisti senza terra", di sostanziale schiavitù,: una povertà che faceva proliferare il peggio es. il lavoro minorile, la prostituzione,la pedofilia, la cattiveria e l'ipocrisia..Arriva la tassa sul macinato del 1868, il colera nel 1884 (in più epidemie in più anni), la Tbc, il tifo, ecc., la malaria. Altro che il libro Cuore deamicisiano del 1886! E, Dogali-Eritrea nel 1887, l’istruzione poco obbligatoria (sic!), il potere politico per intero in mano ai ricchi, le proteste e ribellioni contadine ed operaie, la grande guerra di trincea nell’inettitudine (non solo) dei generalissimi, la febbre spagnola, la retorica imperante, i miti dannunziani, i reduci e loro delusioni, le leghe contadine talvolta estremistiche e violente, gossip su Benito (es. la dama nera), Una divulgazione che può insegnare ai giovani, ma poco sviluppata, non soddisfacente purtroppo.
È la prima volta che leggo un suo libro. Scritto in modo molto chiaro. Tema molto interessante e attuale. Ottimi acquisto. Lo consiglio
Come i precedenti libri di Pansa da me letti, pur apprezzandoli per l' onestà intellettuale che ne traspare e per la veridicità dei fatti raccontati, trovo che siano poco coinvolgenti. Naturalmente ritengo ch ciò sia anche a causa della cruda realtà che Pansa affronta e che, volutamente evita di romanzare, però, sembra sempre manchi qualcosa. Ritengo comunque consigliabile la lettura,che sarà maggiormente gradita da parte di quelle persone che, come me, hanno avuto la fortuna di avere dei nonni che, con le proprie parole, hanno saputo anticipare la drammatica vita di quei tempi.
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