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Anno edizione: 2015
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Storia poliziesca basata sul ritmo narrativo e sull'azione precipitevole verso un finale polvere e sangue.Si puo' leggere anche se il risultato e' medio.
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Una macchina esplode al confine tra Francia e Italia con due uomini a bordo. Zara Bosdaves per salvare la sua cliente è costretta a ucciderne il marito. Sono queste le due scene da cui ha inizio il secondo romanzo di Enrico Pandiani con protagonista la detective vicentina trapiantata a Torino. Come nel primo romanzo, il capoluogo piemontese è descritto nella sua austerità ormai passata, ma soprattutto nel suo inconfondibile connubio tra metropoli e natura, stavolta sorpreso da una neve inaspettata.
“Il rettilineo davanti al muso dell’auto pareva tracciato con riga e penna. Scandito da una serie di rotonde che si succedevano con un ritmo quasi regolare, correva come un nastro satinato attraverso la campagna innevata dalle pesanti tormente dei giorni precedenti. Lungo la strada, capannoni, vecchie cascine e piantagioni ordinate di alberi da frutta parevano elementi della scenografia di un videogioco” (p.122)
In una Torino attualissima, quindi, a cui è stata aggiunta un’intrigante atmosfera Seventies, la vicenda ruota attorno ad un antiquario spregiudicato, collezionista di bottiglie rare di Vat 69, famoso whisky degli anni 70; l’autore si serve del personaggio anche per stigmatizzare un classico comportamento degli italiani: l’evasione fiscale sbandierata come una scelta di vita da condividere.
Negli spicchi di Italia qui rappresentati c’è spazio anche per i pregiudizi. Ecco cosa dice Benoit, un immigrato: “Questo è un paese pigro, dove le cose accadono più per inerzia che per altro. Quelli come noi sono fantasmi; se righiamo dritto nessuno ci dà retta, ma non appena usciamo dal seminato sono pronti a crocifiggerci. Non l’hai notato? Se un bianco ammazza qualcuno in auto a malapena ne parlano, Se è un immigrato, a farlo, lo linciano in piazza.” (p. 180)
Azione quindi, con alcune scene vagamente hard boiled, ma anche sentimenti e incontri giocati sull’ambiguità dei personaggi in campo, con una netta predominanza della componente femminile, di cui l’autore ama indagare comportamenti, vezzi e fascino.
L’inquietudine che Zara non sa decifrare precisamente, ma che la pervade mentre cerca ostinatamente di seguire le tracce dell’indagine, è acuita anche dalle difficoltà che incontra il suo rapporto con Francois, il bellissimo compagno di colore che le dà la sicurezza e l’affetto mai avuti prima. In questo romanzo risulta coinvolto in una brutta storia che non vuole svelare e che destabilizza la relazione intensa vissuta dai due.
C’è quindi una tensione sottile che pervade il lettore mentre la lettura avanza e che più di ogni altra caratteristica lo rende un noir davvero pregevole.
Recensione di Barbara Bottazzi
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