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Libro bellissimo. Più elaborato dei libri degli dèi dell’Olimpo. È una realtà completamente diversa rispetto a quella di Percy Jackson. Una mitologia, una cultura e una mentalità completamente differente rispetto a quella greca. Qui gli dèi non mescolano il loro sangue con i mortali, i protagonisti sono modelli di eroi totalmente diversi e i più potenti sono i discendenti degli antichi faraoni. Fondamentale il tema del Maat, l’Ordine del Creato retto dalla fedeltà al legittimo sovrano. Riordan è stato bravo a far riemergere questa realtà, tuttavia il suo pensiero di uomo occidentale del duemila ogni tanto emerge. Di per sé il libro lascia moltissimo, soprattutto per i giovani. Più dei libri di Percy, per il semplice fatto che la mitologia greca è molto più conosciuta di quella egizia. Anche i personaggi mi sono piaciuti molto. Il dualismo tra Carter e Sadie in particolare è magnifico, dà a questa serie uno slancio in più rispetto a quella precedente. Perfino il cattivo, Set, ispira simpatia, altro che quel lagnoso di Luke. L’unico personaggio insopportabile è quel patetico francesino, il classico arrampicatore sociale che pur di dimostrare di valere più dei “figli di famiglia” porta se stesso e gli altri al disastro (e troppi ce ne sono stati nella realtà). Ho apprezzo molto i riferimenti alla saga degli dèi dell’Olimpo. Questa nuova trilogia si può leggere anche da sola, ma secondo me sarebbe meglio iniziare con quella di Percy. Non concordo neanche con chi ritiene che questa nuova trilogia non sia altro che la versione egizia di Percy Jackson. Essendo scritte dallo stesso autore è ovvio che delle somiglianze ci siano, ma la storia si sviluppa in modo completamente diverso. L’unica cosa che mi ha lasciato perplesso è il fatto che le divinità egizie siano rinchiuse dai maghi. I maghi mortali che intrappolano le divinità? I mortali sono mortali e le divinità sono divinità, e tra i due c’è una differenza incolmabile.
Non sono riuscita a finirlo. Dopo Percy Jackson, che mi è piaciuto moltissimo, mi ero buttata con entusiasmo su questo libro, che mi ha deluso. Innanzi tutto ricalca molto la storia di Percy: solo per dirne una, all'inizio invece di scomparire la madre scompare il padre...e poi quando cominciano gli incantesimi mi ricorda proprio Harry Potter. L'ho trovato anche povero di quei motti di spirito che tanto mi hanno divertito in Percy, ma soprattutto l'ho trovato molto molto molto lento : nonostante gli inseguimenti e i combattimenti la storia, secondo me, non decolla. Peccato perché l'idea di richiamare i miti egizi era interessante e infatti non dò il voto più basso perché mi ha comunque invogliato a saperne di più sull' Antico Egitto. Nonostante tutto però non mi sento di sconsigliarlo perché penso che sia comunque un libro valido : come Percy per i miti greci, può indirizzare i giovani e i meno giovani alla scoperta di storie e mitologie che altrimenti sarebbero di nicchia.
È emozionante, intrigante pieno di colpi di scena e descrive perfettamante i personaggi, quando si comincia a leggere non si riesce più a smettere, è il libro migliore che ho, e di librine ho moltissimi
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