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Pindari et Bacchylidis Hyporchematum fragmenta. Ediz. italiana e greca - Pindaro,Bacchilide - copertina
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Pindari et Bacchylidis Hyporchematum fragmenta. Ediz. italiana e greca - Pindaro,Bacchilide - copertina

Descrizione


L'iporchema era una tipologia melica caratterizzata da un canto corale accompagnato dalla danza. Il fatto che l'elemento distintivo di questo genere risiedesse nella coreografia costituisce un motivo di grande difficoltà per il suo studio. Le nostre attuali conoscenze si limitano a materiale esiguo: i versi di Pindaro, Bacchilide e forse Pratina e una trentina di testimonianze che sono state raccolte nel volume in modo quasi esaustivo. L'autore, nel presentare l'edizione critica dei frammenti iporchematici di Pindaro e Bacchilide (con traduzione e commento), ha cercato di radunare i disiecta membra del genere intorno ad alcuni nuclei tematici; ha discusso le informazioni legate alla sistemazione eidografica dell'iporchema; ha esaminato alcune problematiche relative alla sua origine, all'apparato orchestico, al metro e all'accompagnamento musicale.
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Dettagli

2022
1 gennaio 2022
Libro universitario
234 p., Rilegato
9788884761361

Conosci l'autore

Pindaro

(Cinocefale, Tebe, 518 - Argo 438 a.C.) poeta greco. Nacque da nobile famiglia. Dopo un periodo passato a Tebe si trasferì ad Atene, dove ebbe come maestri Apollodoro, Agatocle e Laso d’Ermione. Del 498 è il primo componimento datato, la X Pitica per Ippocle di Tessaglia. Durante le guerre persiane mantenne un atteggiamento distaccato, quasi indifferente, ma più tardi cantò Atene come «baluardo della Grecia». Fu in Sicilia alla corte di Gerone di Siracusa insieme a Bacchilide (con il quale, nel 476, celebrò la vittoria olimpica di Gerone). Scarse sono le notizie sugli anni successivi: l’unica data sicura è il 446 (VIII Pitica per un atleta di Egina). Si tramanda che Alessandro Magno, quando nel 336 distrusse Tebe, volle risparmiata la sua casa.P. trattò tutte le forme della lirica corale:...

Bacchilide

(Iuli, isola di Ceo, 516 ca - 451 ca a.C.) poeta lirico greco, nipote di Simonide e quasi coetaneo di Pindaro. Nella sua vita, dominata dalla rivalità con Pindaro, cui B. fece una forte e talora vittoriosa concorrenza, si distinguono vari periodi: quello trascorso in Tessaglia e in Macedonia, quello ateniese, quello siciliano (a Siracusa, B. e Pindaro furono ospiti della corte di Gerone), l’esilio nel Peloponneso, per ragioni ignote ma probabilmente politiche, e il ritorno in patria. Nel 452 B. cantò nel sesto epinicio la vittoria del concittadino Lacone a Olimpia. Dopo questa data non abbiamo più notizie del poeta che, presumibilmente, morì poco dopo. B. aveva scritto epinici, ditirambi, inni, parteni: una vasta produzione poetica che i filologi alessandrini divisero in 10 libri. Ne restavano...

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