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Da un manoscritto ritrovato in una scatola di biscotti, parte questo romanzo giocoso e singolare. E quando uno scrittore come Paolo Maurensig apre un baule misterioso, dalla polvere delle carte può uscire solo meraviglia.
«Nascondendosi dietro svariati alter ego Maurensig immette nella storia l'amore, il mistero, l'arte, lo spiritismo; scrive un apocrifo con perfetto, controllato mimetismo, costellato di citazioni e riferimenti, omaggio alla figura emblematica del più grande scrittore-viaggiatore romantico di fine Ottocento. Ma lo fa portando la riflessione sull'oggi e sul mestiere di scrivere, in un mondo delle lettere che sembra quello contemporaneo, diviso tra successo e qualità, tra libri di consumo e alta letteratura» - Cristina Taglietti, la Lettura
Pimpernel è il nome di un fiore selvatico. E Pimpernel è la protagonista indomita e temeraria del romanzo di Paul Temple, un giovane scrittore americano in visita a Venezia, che assomiglia molto a Henry James. Amarsi a Venezia, si sa, è uno struggimento senza tempo. E quando Mr Temple incontra Miss Annelien Bruins, dietro i suoi occhi palpitanti scorge subito l’ombra di un destino avverso. Ma la malia della città li spinge in un’avventurosa caccia al tesoro, per campielli e mercati rionali, tra oche infuriate e tinozze di anguille, sulle tracce di un dipinto che racchiuda in sé l’essenza della bellezza.
Paul Temple è un giovane scrittore americano, riservato e ambizioso, in cerca dell’ispirazione per una nuova opera. E Venezia è una fonte inestinguibile per gli spiriti assetati di bellezza: le botteghe degli antiquari, la laguna, la luce magnificente, le vetrine con i liuti rinascimentali. In uno dei salotti cosmopoliti e artistici della città, Mr Temple incontra Miss Annelien Bruins, occhi azzurri e una spolverata di efelidi sulle guance, pare la musa di un preraffaellita. Tra passeggiate per le calli, dissertazioni sull’arte e persino una seduta spiritica, i due innamorati si mettono alla ricerca di un dipinto misterioso che custodisca la bellezza in sé e accenda la fantasia dello scrittore. Ma la bellezza, necessaria quanto la luce del sole, può accecare per sempre. Paul Temple decide di correre il rischio, del resto ha lasciato la patria subito dopo aver pubblicato il suo ultimo romanzo, Pimpernel, temendo un insuccesso. Annelien però ha un segreto, che rende lei infelice e il loro un amore impossibile. Il nuovo romanzo di Paolo Maurensig è una matrioska letteraria, un travolgente racconto di amore e morte che sembra scritto da Henry James. «Quasi sempre la nostra scelta ricalca la via piú comoda, il comportamento piú corretto, la strada lastricata piuttosto che l’impervio sentiero. Forse solo Pimpernel sarebbe in grado di imboccare quest’ultimo».Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Non è il Manoscritto Trovato a Saragozza (Potocki), una matrioska con una sequela di eventi incastrati tra loro, bensì un manoscritto trovato da Maurensig presso un antiquario veneziano, un geniale escamotage letterario per ricreare un presunto racconto perso di Henry James. Solo poche pagine si sono salvate dall’acqua da cui era stato ripescato, così l’autore ricrea la vicenda che, ovviamente, non è di James ma potrebbe narrare un suo soggiorno a Venezia, trentenne americano in esplorazione in Italia ad assorbirne le bellezze. Paul Temple, a Venezia, incontra la giovane e affascinante Annelien Bruins e ne diventa il pigmalione. I due scorrazzano per una Venezia luminosa ma anche polverosa, disseminata di superbi monumenti ma anche di ghetti e quartieri miserabili, alla ricerca della bellezza sublime e ineffabile che potrebbe cambiare la loro vita. In questo continuo andirivieni, i due s’innamorano e Paul sarebbe pronto a sposarla ma, quasi come nei Promessi Sposi, ci sono impedimenti dirimenti. La Pimpernel del titolo è proprio Annelien, che è paragonata a un fiore. Curiosamente, Maurensig non fa menzione della famosa serie di romanzi The Scarlet Pimpernel (la primula rossa!) di Emma Orczy, da cui il titolo potrebbe essere derivato. Come in quest’ultimo romanzo il protagonista (un nobile inglese) riesce a salvare numerose vittime della rivoluzione francese dalla ghigliottina, così qui Annelien potrebbe raffigurare l’ancora di salvataggio che darebbe una svolta epocale alla vita di Paul, in cerca d’ispirazione e di nuovi impulsi per la sua musa temporaneamente spenta. Maurensig è maestro nel ricreare la magica atmosfera retrò della Venezia fin de siècle e in questo forse riecheggia numerosi romanzi ivi ambientati, tra cui spicca Morte a Venezia di Mann (vi sono curiose affinità). Raccontato con stile impeccabile, è forse un po’ crepuscolare nel narrare intimi tormenti dell’anima che saranno spazzati via dai tremendi eventi, in arrivo, della I e II Guerra Mondiale.
Costo del libro un po' elevato per giustificare un Maurensig.
Venezia fa da sfondo a riflessioni sull'arte e a una storia d'amore. Le descrizioni di Venezia sono, a mio parere, magistrali. Per chi ci ha vissuto o per chi ci ha sostato almeno più di un week end fa riemergere bellissime scene e fantastici scorci. Le riflessioni sull'arte, sempre a mio modesto parere, non sembrano andare molto in profondità, sono più una fiamma che ogni tanto si accende ma che poi si consuma in fretta, come il dialogo tra il protagonista e Damiani, ma in generale arricchiscono la lettura, senza appesantirla, sono piacevoli e stimolanti. La storia d'amore, o meglio la tragedia, è ciò che più rimane del romanzo, ed è una tragedia di cui, personalmente, ne consiglierei senza dubbi la lettura. Per chi porta con sé Venezia, per chi apprezza l'arte e per chi, sensibile o indifferente, passionale o glaciale, apprezza le tragedie d'amore.
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