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Anno edizione: 2002
Anno edizione: 2011
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Il mistero ci sorpassa sempre, soprattutto quando ci convinciamo di averlo raggiunto, svelato, profanato. Ad ogni risposta seguono nuove domande: così agisce, ad esempio, la scienza. La letteratura invece non indaga misteri, di nessuna sorta. La letteratura li crea, e Wilkie Collins è uno dei suoi migliori creatori: tutto, e ripeto tutto, nel suo romanzo, è calcolato fin nei minimi dettagli, in modo tale che i particolari all'apparenza più irrilevanti finiscano, col procedere impetuoso della narrazione, ad incastrarsi a vicenda. In questo sontuoso mosaico non mancano i sentimenti, i colpi di scena, gli abitanti deliziosi dell'età vittoriana, i rimpianti, i turbamenti, le incomprensioni, le battute argute e cariche di humor che troviamo solo nei maggiordomi d'altri tempi! Che altro aggiungere, se non che questo romanzo è uno dei più grandi mai scritti? Al cospetto del genio di Collins, tutti i giallisti successivi non possono che impallidire. "Un capolavoro dapprima fonda un genere, e poi lo liquida", scrisse Walter Benjamin nelle pagine più memorabili del suo Dramma Barocco Tedesco: la Pietra di Luna è quel capolavoro inimitabile, mitico, primigenio, che chiunque avverta un'attrazione per i misteri dovrebbe sbrigarsi ad acquistare, leggere, divorare!
Terminata la lettura di questo libro unico in tutta la storia della letteratura, mi propongo di venire qui sul sito di Ibs per recensire col massimo dei voti questo pezzo di bravura, e cosa mi ritrovo d’attorno? Uno stuolo di recensori arrabbiati! E di cosa si lamentano? Di una trama poco movimentata per un giallo! Mi fermo un secondino per sospirare. Poveri noi! Sarebbero bastato un minuto del loro tempo per andare a cercare che Wilkie Collins, il venerabile Wilkie, ha coniato la famosa espressione “make them laugh, make them cry, make them wait”: falli ridere, falli piangere, falli aspettare, da cui la famosa definizione di Mario Praz di “sensation novel”. Oggi l’incuria fa provincia, e i romanzi contemporanei hanno talmente corrotto la mente dei lettori che, per dirla col vecchio Betteredge, non c’è più nemmeno un pó di bambagia! Ma questo romanzo, bisogna dirlo chiaramente, ha un ritmo scellerato, vorticoso, geniale nell’alternare ironia a suspence, commedia a tragedia, come solo un inglese poteva fare! Che alcuni lettori lo trovino lento rimane per me un mistero altrettanto inspiegabile che quello della Trinità secondo Pelagio. Gabriel Betteredge, il sergente Cuff, Abley Godreyf, Franklin Blake e i tre indiani sono personaggi che non potró mai dimenticare! Il signor Collins si siede a fianco a Dumas e Dickens sul podio di coloro che seppero narrare sopra ogni cosa. Leggete questo libro: passerete i momenti più piacevoli della vostra vita.
Pur riconoscendo l'accuratezza della scrittura che fa di questo romanzo un classico, devo dire che la storia non mi ha coinvolto: narrazione lunga e statica. Da un "giallo" ci si aspetterebbe un ritmo ben maggiore.
Recensioni
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