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Perché i media non hanno rivelato che la triste guerra del Rwanda, ricordata soprattutto per l'odio tra Hutu e Tutsi, è stata anche un conflitto di spazi e di risorse, comportato dall'enorme aumento del numero di abitanti tra il 1950 e il 1994? Perché solitamente non si presenta una visione del pianeta come sistema nel quale "tutto si tiene". Contrariamente al volume di Lester Brown, che indaga sulle ragioni e sulle possibili soluzioni al degrado ambientale e di vita umana cui la Terra assiste "facendo finta di niente". È il cosiddetto "Piano A", che permette lo sfruttamento consapevole delle risorse terrestri in attesa del collasso finale. La risposta sta nel "Piano B", ovvero nel cambiare il sistema sulla base dei segnali di mercato che dichiarano la verità ecologica: sostituendo progressivamente alle tasse sul reddito le imposte sulle attività che causano danni ambientali, così da poter aumentare la produttività della terra e dell'acqua (la risorsa chiave, purtroppo esauribile, in un mondo sempre più affamato), passare all'economia del vento e dell'idrogeno, rispondere ai problemi sociali di un mondo in via di sviluppo nel quale dilagano la fame e l'Aids. Gli esempi di attuazione del piano non mancano; è invece assente un'analisi del perché spesso si continui a far finta di niente, come in Iraq, dove il paese che Brown invoca per assumere la leadership internazionale in campo ambientale combatte per il petrolio. Non sarà facile cambiare senza riconoscere responsabilità, colpe, inadempienze; a meno che l'"economia della bolla", sempre meno sostenibile, non scoppi all'improvviso (anche) in Occidente.
Mario Cedrini
La globalizzazione incontrollata dell'economia ha generato una bolla che distorce la nostra percezione della realtà. Sullo sfondo c'è una concezione effimera della "ricchezza", alimentata dalla mancata presa di coscienza del deterioramento degli ecosistemi della Terra. è la bubble economy: un'economia virtuale, basata sulla predazione selvaggia delle risorse naturali e impermeabile a qualsiasi criterio di pianificazione del loro prelievo e uso. Il quadro reale che ne risulta è fatto di foreste che svaniscono a ritmi inconciliabili con la loro rigenerazione, pascoli che regrediscono a superfici desertiche, falde idriche che si abbassano, oceani sulla via di una carestia biologica senza precedenti.
Intanto, mentre i suoli di una larga porzione della Terra vengono ridotti a una poltiglia sterile nemmeno più in grado di sostenere una agricoltura di sussistenza, la distruzione degli habitat e il cambiamento del clima fanno il resto, creando uno scenario ambientale che la filosofia del business as usual aggrava di giorno in giorno, minacciando l'umanità.
Serve un "Piano B" - come lo definisce Lester Brown - una strategia alternativa che consenta di fermare per tempo la crisi ambientale in atto, aggredendola a monte. Non miracoli o ricette visionarie, ma una rilettura pragmatica dell'economia e dei dati della scienza. L'obiettivo è restituire alla nozione di benessere e di ricchezza il vero significato, e all'ambiente e alla società una concreta possibilità di ripresa.
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