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Anno edizione: 2021
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Pubblicato nel 1966, Il pianeta dell'esilio costituisce il secondo tassello del "Ciclo dell'Ecumene", un grandioso affresco della storia futura dell'umanità che Ursula K. Le Guin tratteggia con un'eccezionale abilità nel dare vita sulla pagina ad affascinanti mondi alieni.
Su Werel, terzo pianeta del sistema di Gamma Draconis, le stagioni durano decine d'anni terrestri, e ora l'Autunno sta per finire. L'Inverno sarà una sorpresa per le generazioni più giovani, che non l'hanno mai conosciuto, e una dura prova per tutti. Ma le ostilità del clima non sono le sole contro cui gli abitanti devono combattere: ci sono anche i barbari Gaal e i mostruosi diavoli della neve. La contesa contro la natura avversa e i nemici esterni unisce le due razze umanoidi di Werel: i Nati Lontano, ultimi superstiti della colonia hainita che vivono nella città costiera di Landin, ormai isolati da oltre seicento anni dalla madrepatria, e i nomadi nativi del pianeta. È così che Jakob Agat Alterra, discendente degli "alieni" hainiti, conosce la giovane Rolery, figlia di un capo Clan nativo, e se ne innamora. Ma non sarà facile stabilire un'alleanza fra due razze che sembrano destinate all'eterna incomprensione...
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ottimo come tutto il ciclo dell'ecumene
si legge in un giorno perché coinvolgente e mai lento
un solo mondo, due razze diverse, un nemico comune. gli eis sono gli indigeni: hanno la pelle chiara, gli occhi dorati, sono un popolo primitivo, nomade, poligamo, non conoscono nemmeno l'uso della ruota, non sanno imparare dal passato per migliorare il loro futuro. i nati lontano invece sono arrivati da un altro pianeta da così tanto tempo che hanno dimenticato la tecnologia superiore che gli apparteneva e a cui hanno dovuto rinunciare per non interferire con lo sviluppo dei locali. hanno pelle e occhi scurissimi, sanno comunicare telepaticamente, ma il loro numero si riduce sempre di più, forse perché costretti a vivere in un pianeta alieno. le unioni tra eis e nati lontano sono proibite perché non fertili ma ci sono delle eccezioni, come quella tra rolery e agat. il loro amore inizia all'inizio di un inverno lungo molti anni terrestri e di una guerra contro i gaal, brutali, numerosissimi e intenzionati a occupare i loro territori. la distanza tra eis e nati lontano deve per forza annullarsi per fronteggiare il nemico comune e questo - insieme al matrimonio tra agat e rolery - dà modo a entrambi di riflettere sulle loro differenze, sul non riconoscersi a vicenda come uomini, sul pensarsi creature superiori: entrambi dovranno rendersi conto che le vere differenze più che biologiche sono culturali e che vivere insieme non è affatto impensabile come hanno creduto per generazioni. "il pianeta dell'esilio" non ha la trama più brillante del secolo e molti elementi sono poco sviluppati, ma la riflessione antropologica e antirazzista che percorre tutto il racconto (non a caso, ursula k. le guin è figlia di alfred kroeber, uno dei più importanti allievi di franz boas) vale tutto il libro.
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