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Philosophy of Pseudoscience: Reconsidering the Demarcation Problem - cover
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Descrizione


What sets the practice of rigorously tested, sound science apart from pseudoscience? In this volume, the contributors seek to answer this question, known to philosophers of science as "the demarcation problem." This issue has a long history in philosophy, stretching as far back as the early twentieth century and the work of Karl Popper. But by the late 1980s, scholars in the field began to treat the demarcation problem as impossible to solve and futile to ponder. However, the essays that Massimo Pigliucci and Maarten Boudry have assembled in this volume make a rousing case for the unequivocal importance of reflecting on the separation between pseudoscience and sound science. Moreover, the demarcation problem is not a purely theoretical dilemma of mere academic interest: it affects parents' decisions to vaccinate children and governments' willingness to adopt policies that prevent climate change. Pseudoscience often mimics science, using the superficial language and trappings of actual scientific research to seem more respectable. Even a well-informed public can be taken in by such questionable theories dressed up as science. Pseudoscientific beliefs compete with sound science on the health pages of newspapers for media coverage and in laboratories for research funding. Now more than ever the ability to separate genuine scientific findings from spurious ones is vital, and Philosophy of Pseudoscience provides ground for philosophers, sociologists, historians, and laypeople to make decisions about what science is or isn't.
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Dettagli

2013
Paperback / softback
480 p.
Testo in English
23 x 15 mm
737 gr.
9780226051963

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Un libro di filosofia rovinato dalla propaganda di sinistra

Davvero difficile valutare questo libro. La prima parte del testo e il saggio 18 sono un tentativo di delegittimare i repubblicani e la destra in generale per escluderla dal dibattito pubblico attraverso attacchi ad hominem ideologici il cui scopo è ridicolizzare chi si pone domande sulla narrazione mainstream del cambiamento climatico o su chi preferisce una teoria creazionista. Nel saggio 18 è, per esempio, esplicitamente scritto che la pseudoscienza è un'invenzione della destra e delle industrie che viene mantenuta attiva tramite i finanziamenti dei repubblicani e fox news. Tralasciando questo e in particolare il primo saggio di Pigliucci che altro non è che un'eco del socialismo kitcheriano con l'ennesima invettiva contro le destre, il resto dei saggi è autentica filosofia e si discute del problema della demarcazione presentando il pensiero di Popper, di Laudan, Kuhn e tanti altri, si propongono anche dei criteri nuovi, si illustrano casi storici, si affronta il problema della psicanalisi freudiana come pseudoscienza, c'è un saggio di approfondimento su Hume e le scienze cognitive e alcuni saggi dove si affrontano le tematiche della percezione extrasensoriale, della medicina alternativa, e la teoria dell'evoluzione. Il libro però rimane di parte perché nel parlare di pseudoscienza quasi sempre si tira in ballo il creazionismo e il negazionismo climatico, e raramente si parla del marxismo, caso paradigmatico di pseudoscienza per Popper. Non si discutono ad esempio pseudoscienze contemporanee come il femminismo, la teoria critica della razza e gli studi di genere, vi è solo qualche cenno sporadico al sociocostruttivismo e al postmodernismo. Fare un intero libro solo per parlare dei creazionisti e di chi crede nel paranormale è un po' sprecato, visto che si tratta ormai di argomenti superati e la minaccia pseudoscientifica nelle università di tutto il mondo è rappresentata dalla sinistra.

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