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Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2012
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Condivido in pieno il giudizio di Antonio Caputo. Il testo risponde soltanto ad una necessità accademica, quella di pubblicare non importa che cosa, non importa come. Confusione, oscurità di linguaggio, assenza di coordinamento fra gli autori, sono tra i principali difetti di quest'opera, ridondante, inutile e perfino dannosa. Parola di uno che dovette leggerla (!) in vista di un esame universitario.
Un "manuale" di estetica sicuramente sui generis, ma di altissimo livello. Un approccio originale per entrare in un campo della riflessione filosofica tutt'altro che scontato e banale. Il manuale rinuncia ad essere dottrinale (anche soltanto per il fatto che le tre sezioni sono scritte da tre autori differenti, evidentemente con posizioni differenti), e attraverso lo svisceramento di tre categorie decisive per la riflessione estetologica, introduce allo sviluppo storico del pensiero estetico e della sua struttura.
Un libro disordinato, poco chiaro, vivamente sconsigliato agli studenti e a quanti intendono avvicinarsi all'estetica filosofica. Per poter ricavare il pensiero di ogni autore (comunque senza riuscirci) bisogna studiare (e non leggere) i lunghi passi antologici (che costituiscono più della metà del libro), le numerosissime note a piè di pagina (spesso ripetute a distanza di qualche capitolo) e comunque far riferimento ad altri "manuali". I passi antologici sono preceduti da brevi e inefficaci introduzioni che, il più delle volte, contengono informazioni differenti da quanto segue. Se le prime due parti, dedicate rispettivamente all'Arte e alla Bellezza, sembrano pensate per un testo di estetica, la terza (del tutto incomprensibile) dedicata all'Immaginazione, è lontana da ogni riferimento all'estetica, ovvero molto più vicina a un trattato per "divini sapienti" dalle idee confuse, che non tiene minimamente conto delle due sezioni precedenti: è come un libro a sé e "pieno di sé".
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