L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
leggero come saggio, pieno di spunti. da regalare a lettori forti però.
“La letteratura necessaria”, sottotitolo di questo saggio, esplica totalmente il suo fine ultimo: dimostrare come la letteratura aiuti l’uomo a vivere. Per avvalorare questa tesi, Michele Cometa parte da lontano, dai primi utensili che l’uomo ha creato come estensione della propria mente. Strumenti utili e necessari alla sopravvivenza e allo svolgimento delle prime attività per il sostentamento, ma con un valore simbolico molto più grande. L’archeologia cognitiva si occupa di ciò, di ricercare il pensiero e il simbolismo che c’è negli oggetti; di comprendere i meccanismi e le architetture della mente. Addentrandosi in questo scenario e citando alcuni grandi dell’archeologia come per esempio Colin Renfrew, questo saggio ci pone di fronte all’esistenza di un linguaggio, ancora prima della nascita del linguaggio stesso. Linguaggio dei gesti, linguaggio degli oggetti. La necessità di ottenerlo e, per noi, di comprenderlo. Uno dei libri più belli letti quest'anno.
Ho acquistato questo libro perché il tema è assai suggestivo, ma sin dalle prime pagine ho dovuto arginare a fatica la propensione dell'autore ad esprimersi in modo criptico, oltretutto aggravato dall'adozione di un vocabolario fuori dalla portata degli umani. Vi trovo la ricerca appassionata della parola più difficile, che mi costringe al dizionario a ogni piè sospinto, e non è che il mio sia del tutto sguarnito. Tanto appassionata questa ricerca dell'autore, quanto poco interessato - evidentemente - a che la sua teoria possa diffondersi. Ed è un peccato, perché alcuni passaggi sono decisamente interessanti. Tuttavia trovo sgradevole questa modalità, che mi sa tanto di esibizione. Un po' come Albertone: "Io so' io. E voi non siete un c."
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
(...) Questo libro apre strade innovative alla riflessione sulla letteratura e sul testo, attraverso un dibattito amplissimo nella cultura nordamericana ed europea: testimoniato, nel volume, da una sterminata bibliografia, utilissima per definire le forze in campo, movimenti, gruppi, genealogie. È in gioco l’interpretazione di quel gesto primario che è il narrare (...).
“La letteratura, la narrazione e la fiction sono necessarie perché sono utili, hanno una finalità, una funzione per il bios” (...). È in questa prospettiva che si può riscrivere la vicenda della “nascita” della narrazione come modello di organizzazione dell’esperienza: da lì deriva un modo di ridisegnare il sé, come esito di questo riassetto. Un sé “dialogico” (ricordando Bachtin), che si “distribuisce” su “una serie di supporti come il corpo, le cose e gli altri”, che trova la sua voce più propria nella modalità del sé narrativo (...). Le forme retoriche del sé (...) possono essere riconosciute negli utensili litici che i primitivi si foggiavano per gestire la propria esistenza nel quotidiano.
Il percorso disegnato da Cometa attraversa gli snodi fondamentali sul tema (...). Se “la narrativa è il racconto di progetti umani, di attese andate a monte, essa ci offre il modo di addomesticare l’errore e la sorpresa”, rimediare allo squilibrio che sempre mette in moto la narrazione tesa perciò al ripristino dell’equilibrio e dell’ordine (...).
L’universo di cui scrive Cometa trova nell’ultimo capitolo, Antropologia dell’ansia – forse il più emozionante, punto di arrivo (in qualche modo narrativo) del percorso teorico proposto – la sua chiave propositiva ed interpretativa: è il perché la letteratura è necessaria. “La narrazione (e la letteratura) ci aiuta a selezionare routine cognitive che sospendono il peso dell’assoluto, sia che esso si presenti nella forma della realtà fattuale (...) sia che esso derivi (...) dal continuo stress psichico” dell’“adattamento a un mondo complesso e minaccioso”. Per questo le storie ci aiutano a vivere, per questo siamo loro debitori di una compensazione che ci può salvare.
Recensione di Giorgio Patrizi
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore