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Il secondo volume dei "Quaderni colliani" raccoglie i contributi presentati a un seminario del Centro Studi Giorgio Colli, tenutosi a Torino e riguardante gli scritti giovanili di Colli inclusi nel volume postumo "Apollineo e dionisiaco", curato dal figlio di Colli, Enrico, per l'editore Adelphi. Questi scritti colliani sono piuttosto frammentari, specie quelli della seconda parte, contenente gli abbozzi di un sistema filosofico; nonostante ciò, gli studiosi che hanno contribuito al volume recensito sono riusciti a far emergere i temi più importanti, fornendo organicità agli scritti e istituendo confronti interessanti, non solo fra Colli e i "suoi" autori (Nietzsche, Schopenhauer, Kant, Platone, i Sapienti...), ma anche fra il giovane Colli degli anni '30 e '40 e il Colli di "Filosofia dell'espressione" (1969), suo testo teoretico fondamentale. Il volume va ad aggiungersi agli altri della stessa collana, tutti molto validi, pubblicati ogni anno dallo stesso editore.
Secondo me Nietzsche ha dato una grande libertà a noi, ci ha rimesso di fronte alla filosofia in una posizione di verginità; noi possiamo cominciare di nuovo ad esser filosofi, e nello stesso tempi ha dato una speranza a tutti di poter essere filosofi, cioè oggi non si è più filosofi perché si appartiene ad una setta, ad un GRUPPO DI ADDETTI AI LAVORI, oggi tutti possono essere filosofi , questa è la liberazione di Nietzsche: in questo è un allievo di Dioniso che era il liberatore. (Giorgio Colli, 1974)
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