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L'impianto del testo si configura come rappresentazione corale e mitica delle aspirazioni di riscatto, innovazione e dinamismo di un popolo, nel solco riformato della tradizione letteraria deleddiana e verghiana. L'autrice descrive con pathos e lucida obiettività il dipanarsi della rete di relazioni dei personaggi. La realizzazione dei sogni dei protagonisti è testimonianza ed invito ad investire nella propria vita con coraggio, determinazione e fedeltà a se stessi. Complimenti ed auguri per le prossime "prove d'autore".
Per dar voce all'oblio è una narrazione che offre uno spaccato, molto ben delineato, della Sardegna agro-pastorale tra gli anni 40 e 50. La storia ruota intorno ad un nucleo familiare, microcosmo nel macrocosmo rappresentato dal paese di Escolca. Tutti gli elementi sono presenti, come da manuale, il padre padrone, che esercita un ruolo di carceriere dispotico nei confronti della famiglia; la madre, succube e sottomessa, ma anche, verghianamente, dura ed aguzzina nei confronti del suo stesso sangue. Infine le due figlie che in un ambiente così autoritario e, innaturalmente privo di affetti familiari, prendono due strade diametralmente opposte: da un lato Ernestina sfugge al destino di vittima emulando la madre e trasformandosi, a sua volta, in carnefice della sorella, dall'altro Felicìta che, "alla bellezza univa una forte personalità e un coraggio non comune", sceglie di ribellarsi ad un mondo che la opprime con le sue regole rigide e irrazionali. All'inizio della storia tutti e quattro appaiono inevitabilmente destinati ad un esistenza dove amore e felicità sono sentimenti sconosciuti. Felicita, però, rifiutando di sottomettersi e ribellandosi ad una serie di imposizioni che non trovano alcuna giustificazione razionale, cambia l'accento sul proprio nome e la bambina fragile e "pappa muccu" ora"bollidi su caffei" e diventa Felicità. Il personaggio, ritratto con poche ma sapienti pennellate dall'autrice, conquista il suo posto all'interno del proprio paese divenendo simbolo del cambiamento conquistandosi il rispetto attraverso il coraggio di crescere. Vari e interessanti sono gli spunti di riflessione offerti, l'autrice ha ancora molto da raccontarci........
Riecheggiano nel romanzo profumi millenari dell'aspra terra sarda, descritti con lo sguardo disincantato e al contempo magico che ricorda la prosa sudamaericana. Una storia d'amore, delle più romantiche che si possano scrivere, inattuale ma perfetta, calata nell'architettura sociale rigida e ferrea della Sardegna degli anni '40. Un romanzo che chiede solo di essere ascoltato, letto a voce alta, dipinto...
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