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Per tenere con sé la piccola Agata, nonna Renata deve rinunciare agli incantesimi e affrontare la realtà. Una storia favolosa, meravigliosamente vera.
«Ma, nonna, sono io che ti ho portata fino a qui!»
Di notte a Solinga i lampioni camminano, i negozi russano e le caffettiere preparano la colazione. Non è una favola: è il posto in cui è andata a vivere Renata Paganelli, per sopportare il mondo dopo che le è successa una cosa molto grave. Ma un giorno gli abitanti di Solinga ritornano in massa, guidati dal sindaco: pretendono di riavere indietro la loro città cosí com'era, e intanto riportano a casa la piccola Agata. Per tenerla con sé, nonna Renata dovrà rinunciare ai suoi incantesimi e affrontare la realtà. Riprendere la vita normale non è facile, ma può essere entusiasmante imparare tutto da capo. Nonna Renata vuole conquistare l'amore della sua nipotina, anche se a condurre le cose, come spesso succede, non è lei ma la bambina. Ed è proprio Agata che la spinge a uscire di casa, a superare nuovi confini andando sempre piú lontano, nei luoghi piú pericolosi, sia fuori che dentro di lei. Cosí questo romanzo famigliare diventa un viaggio avventuroso in paesaggi sinistri e ammalianti. Oltre che una storia appassionante, La penultima magia è una meditazione sulla sofferenza, una mitologia ecologica, una scuola di vita in cui le generazioni si educano a vicenda.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
gianni rodari redivivo?!
Questa fiaba è un piccolo tesoro avvolto dall’amore dei nonni per i loro nipoti , coinvolgente e affettuoso , un riparo amorevole come solo l’affetto per i nonni sa essere. E’ un piccolo e delizioso libricino che narra la storia di Nonna Renata e la piccola Agata che si ritrovano insieme e devono imparare a convivere , educandosi a vicenda. Già ,perché nonna Agata è un strega, vive con il suo fedele gatto e parla con tutti gli oggetti della casa, del resto abita a Solinga, dove le case parlano tra loro, i lampioni passeggiano di notte e le caffettiere preparano le colazioni! Un viaggio che ha il sapore della metafora sul rapporto tra due generazioni lontane, quasi un percorso iniziatico, fiabesco e spesso surreale Una lettura mirabile e ben scritta , a ricordarci che l’amore per i nonni e speciale, ma infondo che loro fossero un po' magici l’avevamo già scoperto da bambini
Si legge sempre con grande piacere Tiziano Scarpa, anche quando non ci soddisfa a pieno. In questo racconto-fiaba, ad esempio, restiamo indecisi fino alla fine: di cosa si tratta di un apologo, di una parabola ecologica sull'inestricabilità dei generi (memorabile la figura della Sirena che fuma sigari di alghe) di una riflessione 'apocallittica' sulla fine a venire o già avvenuta, di una metafora sull'affidamento minorile (dopo tanto sparlare mediatico di Bibbiano)? Non ho una risposta e probabilmente il nostro scrittore non vorrebbe incasellare in nessuna di queste ipotesi la sua ultima fatica. Anche come prodotto editoriale è un libro 'ambiguo': di certo non letteratura per young adults (mi pare che ora si dica così anche a RAI 3) ma con questo genere abilmente gioca. Dopo questo, torno all'inizio: il libro è scritto benissimo e soprattutto i primi capitoli sono straordinari così come la lingua, sempre sorprendente, ricca, virtuosistica. Quando questo incanto favolistico (ma non quello linguistico) si interrompe, si rimane un po' delusi e la vicenda della nonna è della nipotina sembra arrancare e talvolta perdersi nel lungo viaggio 'iniziatico' al quale si sottopongono (e una bella pianta topografica sarebbe stato proprio divertente averla sott'occhio!) . Ma sotto finale le chiave 'fantastica' scatta di nuovo e il libro si conclude in modo quasi trasognato e, pare di capire, annunciando un seguito. Non il "grande" Scarpa che mi aspetto di leggere dopo il bellissimo "Il brevetto del geco", ma un piacevolissimo entre act da leggere con leggerezza, ma anche con attenzione ai molto temi attualissimi che attraversa.
Recensioni
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