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Anno edizione: 2024
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Indice
I.
Il 30 novembre, ultimo giorno di servizio, il commissario Höchstettler della polizia cantonale di Berna non si presentò al suo ufficio sul Ringhof.
"Siamo commedianti, Ellenberger, commedianti. L'unica differenza tra noi è che tu giudichi secondo la legge e io dovrei agire secondo la legge. Dovrei."
Uno scrittore come Dürrenmatt non lascia mai delusi. Disgregatore del genere giallo, irriverente nella morale e dissacratorio nel presentare il perbenismo della borghesia dei suoi tempi, in quest'opera, il cui progetto data 1969, Dürrenmatt affronta il tema della giustizia.
Protagonista è un commissario di polizia (anzi un capitano, ma lui stesso si è "autodegradato" a semplice commissario), Höchstettler, nel suo ultimo giorno di servizio e nel suo primo giorno da pensionato. La carriera nella polizia era stata compromessa dalla cattiva abitudine di sposarsi e di divorziare: al momento del pensionamento era arrivato infatti al settimo matrimonio. Nella cultura dominante questa "debolezza" appariva particolarmente grave e il perbenismo, diffuso nella compunta Svizzera contemporanea, avrebbe preferito che, invece di sposarsi, Höchstettler avesse delle amanti, magari anche in numero superiore alle sue effettive mogli, ma così avrebbe evitato di suscitare pubblico scandalo. Il perché di tante unioni e di tanti fallimenti ci viene chiarito dallo stesso protagonista: dopo alcuni mesi di passione e di attenzione, la sua distrazione, i suoi silenzi, la sua indifferenza, allontanavano in modo irrecuperabile le donne che avrebbero preteso almeno un po' di attenzione e di affetto.
L'interesse che il romanzo suscita non nasce dalle vicende sentimentali del suo protagonista quanto dalla tesi di fondo: la giustizia vera non sempre si identifica con quella voluta dai legislatori, le regole, le norme che i commissariati e le prefetture impongono talvolta si scontrano con un autentico spirito di giustizia. Da tempo Höchstettler aveva compiuto delle scelte personali e si era preso delle libertà interpretative che non coincidevano con la rigidità dei suoi superiori e, talvolta, anche con le leggi stesse. Ad esempio alcune infrazioni alle norme, alcuni furti, o comportamenti abitualmente considerati criminosi, anche se scoperti e ben identificati nel loro autore, erano stati da lui lasciati volutamente impuniti. E quali sono le prime azioni che compie non appena entrato nella categoria dei pensionati? Va a visitare alcuni personaggi (rapidamente ma molto efficacemente tratteggiati da Dürrenmatt) della piccola malavita che aveva scelto di non punire. Anzi, partecipa addirittura ad un furto, dando consigli e soprattutto giudizi sull'abilità di ladri, anzi sulla carente professionalità, dei suoi momentanei complici. La fine del libro è particolarmente interessante: ogni potente ha qualcosa che è meglio non far pubblicamente sapere e nessuno deve ergersi a giudice delle altrui debolezze. La vita privata inoltre è un ambito estremamente delicato, Höchstettler stesso aveva patito, a causa dei suoi innumerevoli divorzi, un blocco di carriera e ora, di fronte all'omosessualità di una o alle innumerevoli relazioni della figlia adolescente dell'altra autorità, si oppone all'uso in funzione politica di queste rivelazioni.
Chiara è l'attualità delle tematiche del libro, sia per quanto riguarda il problema della legge che per l'uso pubblico che viene troppo spesso fatto della vita privata dei politici. L'ironia con cui queste problematiche vengono trattate permette al lettore riflessioni spontanee e immediate, mai frenate dalla pesantezza o dalla supponenza di tanti maître à penser contemporanei.
A cura di Wuz.it
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