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Nel 1971 l'attore francese Pierre Clémenti – che a 29 anni aveva già lavorato con registi come Buñuel, Pasolini e Bertolucci – è arrestato a Roma per detenzione di hashish. Dopo un anno e mezzo di carcere, prima a Regina Coeli e poi a Rebibbia, è rilasciato per insufficienza di prove. "L'individuo che esce di prigione è minuziosamente fabbricato per farvi ritorno", osserva. E infatti tornerà anche lui dietro le sbarre, ma con la memoria. "Pensieri dal carcere" è un testo ibrido, un resoconto durissimo di quei diciotto mesi intrecciato a riflessioni sul sistema repressivo e a ricordi del periodo precedente. Pubblicato nel 1973, il "j'accuse" di Clémenti è stato finalmente riedito sia in Francia sia in Italia.
Nel 1971 Pierre Clémenti, icona perfetta del cinema mitico, firmato Roche, Pasolini, Garrel, Bertolucci, Buñuel, è arrestato a Roma per droga. Viene rilasciato per insufficienza di prove, ma riceve anche un folgio di via. Tornato in Francia scrive questo diario. Magnifici flashback svelano i suoi inizi in teatro a Parigi, ancora goffo nel porgersi allo sguardo dello spettatore. Poi, gli incontri italiani: Visconti che gli dà una piccola parte in 'Il Gattopardo' e quando lo vede per la prima volta gli dice: «Per un giubbotto nero, hai mani da principe...»; Buñuel, con un «volto favoloso, lavorato dalla vita, pesante e scavato»: per lui, Pierre è davanti alla macchina da presa in 'Bella di giorno' e 'La via lattea'. Infine, Fellini: lo vuole nel 'Satyricon', ma lui rifiuta: «Era come la Fiat, centinaia di attori, migliaia di operai, di figuranti, di artigiani all'opera per mesi, una città intera da costruire e da abitare...». Clémenti, che fu anche regista, è morto nel 1999. Lunga vita a questo libro che lo proietta al centro del nostro amore.
Il mattino del 24 luglio 1971 Pierre Clémenti, star del cinema e icona della controcultura, è arrestato a Roma per detenzione di droga. Incarcerato, aspetterà otto mesi prima di essere giudicato. Condannato a due anni di reclusione, otterrà l’archiviazione in appello dopo diciotto mesi di detenzione. Pierre Clémenti ne uscirà segnato a vita. Pubblicato per la prima volta nel 1973 e apparso nuovamente nel 2005 presso le edizioni Gallimard, il libro di Clémenti ripercorre l’esperienza carceraria dell’attore e regista: l’arresto, l’arrivo nel carcere di Regina Coeli e poi in quello di Rebibbia, l’incontro con l’umanità repressa e dimenticata, la cruda realtà delle rivolte e delle rappresaglie, l’annullamento spirituale ancor prima che fisico, l’ipocrisia del ceto dirigente italiano, il processo fino all’assoluzione definitiva che suonerà paradossalmente come una condanna.
Recensioni
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«La giustizia è lenta ed estenuante, e l'innocenza, se anche provata, soltanto ferita uscirà di prigione.» (Pierre Clémenti)
Pubblicato per la prima volta nel 1973 e apparso nuovamente nel 2005 presso le edizioni Gallimard, il libro di Pierre Clémenti ripercorre attraverso riflessioni e flash narrativi l'esperienza carceraria dell'attore e regista: l'arresto, l'arrivo nel carcere di Rebibbia e poi in quello di Regina Coeli, l'incontro con l'umanità repressa e dimenticata, la cruda realtà delle rivolte e delle rappresaglie, l'annullamento spirituale ancor prima che fisico, l'ipocrisia del ceto dirigente italiano, il processo fino all'assoluzione definitiva che suonerà paradossalmente come una condanna.
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