L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2007
Anno edizione: 2020
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
romanzo sulla solitudine che si nasconde dietro le piccole/grandi manie. personaggi ben delineati, buon ritmo. potrebbe sembrare surreale invece non lo è...
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Nella mai troppo fervida gora degli scrittori di recente immigrazione che hanno scelto di scrivere nella nostra lingua, spicca il testo La pelusa dell'argentino d'origine, Adrián N. Bravi, trapiantato da alcuni anni a Recanati. La casa editrice romana pubblica poca narrativa italiana contemporanea, oltre a classici consolidati ma ricercati, e leggendo questo romanzo si capisce il perché: c'è grande ricerca qualitativa. La pelusa ("peluria" in argentino) è la storia di due coniugi, Anselmo ed Elena, che vivono in un paese, Catinari, che sorge sulle coste dell'Adriatico e che richiama la Recanati d'adozione dell'autore. È una coppia sempre più in crisi. Anselmo è il bibliotecario comunale e sua moglie, casalinga, vive nel vano tentativo di accontentare ogni suo desiderio. Non hanno figli. Anselmo ha un'ossessione: odia la polvere. In ogni momento libero dal lavoro stressa Elena sull'eccezionale presenza della pelusa e, insoddisfatto delle profilassi della moglie, diventa un casalingo perfetto. Anche sul lavoro è perennemente insoddisfatto e si perde dietro oziose curiosità: la lettura di testi per bibliofili sui libri antichi, il rapporto tra l'umanista Aldo Manuzio e la cultura greca.
La polvere contro cui il bibliotecario porta avanti la sua battaglia si rivela essere come il simbolo stesso della vita. Se Anselmo non riesce che a vederci "il niente di niente" e con la medesima non ha corrispondenza, come il John Fante di Chiedi alla polvere, è perché ormai stenta a capire quello che gli gira intorno. E chi non capisce il suo tempo è destinato a restare fuori dal tempo. Nel caso di Anselmo il tempo fittizio che si costruisce è il suo microcosmo domiciliare. Riguardo alla struttura narrativa, Bravi disegna un bel meccanismo che ricorda il Bohumil Hrabal di Una solitudine troppo rumorosa, ma che riesce in ultima analisi a dare conto del tempo che tutti noi viviamo: che a volte ci restituisce un senso di vuoto.
Vincenzo Aiello
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore