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Cara Licia, sdraiato sul terrazzo adragnino, ho appea concluso il mio viaggio attraverso La Pelle di Cristallo. Un viaggio che scuote, intristisce, fa sorridere e sperare. Mi pare di conoscere da sempre la variegata umanità che descrivi deliziosamete elle pagine essenziali di questo tuo libro. Niente pietismi, niente retorica a buon mercato. Ho sentito pullulare la vita, quella vera ed imprevedibile, in ogni pensiero. Anche quando l'idea di vita vacilla, sembra sul punto di congedarsi. Straordinaria la similitudine sisma- malattia e i voli, pindarici e non, Palermo- Parigi. Grazie.Enzo Sciamè
"La pelle di cristallo" (Iride - Rubbettino 2012) Recensione di Angela Scandaliato La malattia-diversità come esperienza totalizzante viene vissuta dalla protagonista del romanzo in una Parigi, destrutturata dei simboli tradizionalmente fissati nella forma mentis occidentale di "ville lumière" luogo privilegiato del divertissement. La pancia di Parigi, città indifferente, uggiosa che s'illumina solo di luci artificiali, con i suoi enormi monumenti e piazze da agorà fobia, ospita gli emigranti meridionali della salute. In una specie di residence- gallinaio si affollano vite e destini umani, si destrutturano coscienze, si svelano emozioni e affetti autentici, si intessono rapporti interpersonali, si attiva un forte senso di solidarietà. La memoria, attivata da uno sguardo nuovo che si posa sulle cose, sulle persone, sui paesaggi attiva i flussi di coscienza di proustiana memoria, gli sguardi retrospettivi scoprono visi e immagini di persone che hanno superato il varco, di cui non si è saputa cogliere l'essenza perduta per sempre. L'autrice con questo ultimo libro, dopo la esaltante esperienza di "Eufrosina", sembra voler attraversare tutta la gamma delle esperienze della vita in cui appunto passione e razionalità non sono radicalmente separate, anche se nella scrittura prevale ora l'una ora l'altra. L'autrice costruisce un linguaggio mai sovrabbondante che, come un bisturi, incide le cose e le situazioni, come si riflettono nella mente di chi soffre la vita, per riportarlo alla sua essenzialità e precisione. Quasi un esercizio di disciplina per adattarlo progressivamente alle volute del pensiero, per inseguirne i guizzi, le impennate, ma senza mai eccedere o debordare. La Cardillo riesce a dare leggerezza ad un tema d'impatto forte. Il lettore si sente preso per mano, guidato, rispettato nelle sue emozioni, in un percorso spirituale quasi di conversione alla verità e al senso vero della vita e delle cose. Questo libro è una lezione di vita e di stile.
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