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Ho l'abitudine di sfogliare qualsiasi libro non appena lo compro o mi viene recapitato a casa e ovviamente anche con "Un passo indietro" ho fatto così; mi sono saltati subito all'occhio alcuni dialoghi e ho notato che la punteggiatura era usata proprio malamente.Solitamente dopo un buongiorno o buonasera si usa mettere la virgola, invece in questo libro le virgole sono usate veramente male: dove andrebbero messe non ci sono e dove non servono ci sono. È molto fastidioso perché delle frasi diventano quasi senza significato e alcune, senza la virgola, sono letteralmente da leggere tutte d'un fiato. Decisamente, com'è scritto e l'uso scorretto della punteggiatura -non solo le virgole- penalizza molto la storia, perchè irrita molto il lettore. Il libro sembra quasi diviso in due parti: la prima, che dura circa 150 pagine, è scritta proprio male e non succede niente, nessuna svolta, si parla solo di nomi di alta moda, sesso e stupidaggini; la seconda parte invece è dove finalmente accade qualcosa e sembra che sia scritta quasi da un'altra persona, anche se gli errori di punteggiatura non mancano nemmeno qui. Difatti questa parte l'ho letta molto più velocemente, perché curiosa di sapere come continuasse. Ho inoltre trovato parecchi errori grammaticali. Fa pensare che questo libro non sia stato editato, oppure fatto senza la dovuta cura, perché sicuramente un editor in gamba si sarebbe accorto degli errori. Elisabetta Primo, la nostra protagonista, mi sembra una ragazza decisamente indecisa, anche se molto intelligente e matura, più pura in confronto alla "società" che frequenta. La madre Marianna, la sorella Rebecca e l'amica del cuore -ma davvero?- Michelle sono quelle donne che personalmente non sopporto: snob, con la puzza sotto al naso, danno importanza solo ed esclusivamente ai soldi. In conclusione credo che questo libro sarebbe da rivedere, sopratutto nella prima parte. Scritto meglio forse non sarebbe tanto male.
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