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Il punto di partenza di questo studio rigoroso e documentatissimo è che l’interesse filosofico dell’opera di Proust non sia circoscritto a quelle pagine della Recherche o dei Cahiers in cui lo scrittore affronta apertamente temi di carattere teorico. Ponendosi esplicitamente sulle tracce di Vincent Descombes, Piazza osserva infatti che "la teoria proustiana, tranne alcuni nuclei teorici estetici di Le temps retrouvé, è costantemente intrecciata con la materia più propriamente romanzesca e scaturisce dalla riflessione capillare su quest’ultima". Sarà dunque un’analisi a sua volta capillare quella che potrà far emergere una teoria della conoscenza dal tessuto del romanzo proustiano che la include e che con essa costantemente interferisce. Tale analisi è condotta da Piazza con una costante consapevolezza del contesto filosofico di Proust e della tensione presente, nel pensiero stesso dello scrittore, tra componente positivistica e "soggettivismo di derivazione romantica": si veda a questo proposito la trattazione esemplare – a proposito della "geologia della memoria" – dei debiti di Proust nei confronti di Taine. (M.B.)
scheda di Bertini, M. L'Indice del 1999, n. 06
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