L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
[continua]...La realtà è sempre più sporca e confusa dei nostri sogni di filosofi, secondo de Carvalho, ma prenderne atto e farle concessioni, se permettono alla razionalità di sopravvivere e di continuare ad operare, significano pure incrinarla, contraddirla, ucciderla lentamente. Il libro è poi una chicca per gli amanti della latinità: a differenza de “Le memorie di Adriano” e di altri romanzi storici dalla stessa ambientazione, è estremamente preciso, senza però risultare erudito, nel raffigurare costumi sociali, vita quotidiana, mentalità e soprattutto la minuta attività politica, amministrativa e giudiziaria nei municipia; e ricco di echi storici, allusioni o riferimenti letterari (Marziale e Giovenale, Virgilio, Seneca), specialmente nelle prime, bellissime pagine. Il tutto con una persuasività, una naturalezza rare: sembra che de Carvalho ci sia vissuto davvero, nella Lusitania del II secolo dopo Cristo. E così è per i personaggi, anche le comparse, tutti “veri”, vivi, mai clichè. Così è per la storia, “l’intrigo”, lento ad annodarsi, all’inizio, e perciò forse più stringente e senza scampo nella seconda parte (tanto da farti chiedere spesso, prima, cosa avresti fatto tu in quella situazione, e poi più volte invece sospirare di sollievo, perché in quella situazione non ci sei). Ultimo elemento notevole, e forse il più originale: il cristianesimo e il martirio dei cristiani visti dai “persecutori”. Una rappresentazione tutta laica, realistica e dissacrante della diffusione del cristianesimo, dello scontro con la mentalità romana dei colti e delle masse; dello stucchevole fanatismo (o dell’eroica coerenza, a seconda dei punti di vista) di alcuni convertiti e del pavido opportunismo dei molti. Il perfetto anti-“Quo vadis?”, insomma.
Un bel libro, ma la cui stessa sobrietà e misura, filosofia di vita del protagonista e filosofia di vita e di scrittura dello stesso autore, rischiano di farlo apparire un po’ anonimo. Quasi certamente il romanzo (come “Giuliano l’apostata”,p. es., “L’assedio” ecc) nasce sulla scorta della lettura del bellissimo “Le memorie di Adriano”: i 2 romanzi hanno in comune l’idea di base, la rappresentazione (“Le memorie”) e l’analisi (“Passeggia”) della saggezza antica alle prese con il caos e l’irrazionale del mondo. In controluce poi si può scorgere il riflesso nella contemporaneità – vero movente della scrittura di ogni serio romanzo storico – di quella filosofia e di quello stile di vita su quegli sostanzialmente esistenzialisti della Yourcenar e quelli scettico-progressisti di de Carvalho. Insomma l’eroe del romanzo è anzitutto un Marco Aurelio in piccolo, un saggio, uno stoico – o meglio un uomo probo che si sforza di essere saggio, razionale e altruista – sprovvisto però del potere di un imperatore e della sua posizione privilegiata; e anzi catapultato in provincia, ai già traballanti confini dell’impero, in mezzo a notabili egoisti, ipocriti epieni di sussiego da un lato e dall’altro arrivisti senza scrupoli e fanatici superstiziosi. Nella figura dell’eroe dunque traspaiono quella di Marco Aurelio, suo modello esplicito e, x un attimo, possibile deus ex machina della vicenda, poi quelle di Adriano, Seneca e tutta una tradizione di saggi antichi fino a Socrate; ma non mancano diversi, umanissimi limiti, peraltro presenti anche in quei modelli: l’irriducibile ma inconfessato eros; reazioni istintive, che resistono alla spietata e continua autoanalisi; la distanza dalla vita quotidiana e dalla gente comune, che rischia di divenire lontananza dalla realtà; snobismo aristocratico e scetticismo, che gli impediscono di capire l’affacciarsi di tempi nuovi e di presagire la fine. La realtà è sempre più sporca e confusa dei nostri sogni di filosofi... [continua]
stupendo
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore