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Questo scrittore francese si è allontanato sempre di più dall'etichetta di "epigono di Carver"; questa eccellente raccolta di racconti, suo libro di esordio, dimostra che anche i suoi inizi non erano così strettamente legati allo scrittore dell'Oregon. L'umanità di disperati e falliti che popola queste pagina SA di esserlo, si rifiuta di accettarlo, ma non trova una via di uscita. Il più delle volte, solo l'alcool e l'abbandono di tutto alle proprie spalle sono una soluzione, che gli stessi personaggi percepiscono inutile. Da qui il senso di disperazione che unisce questi racconti. In seguito, Adam, pur mantenendo il suo stile, riuscirà a coinvolgere i lettori in trame sempre più raffinate.
Il ragazzo non è male. A parte un paio di racconti, nella raccolta si respira un'aria notturna e buia che impregna molto bene i polmoni. Letti in una paio di giornate su una panchina lungo un argine, ho apprezzato questo giovane autore che se pur ricalcando da lontano le orme di un paio di grandi di cui non faccio il nome, ha saputo ricreare un suo percorso e una voce quasi autonoma senza troppa mimesi nei confronti dei suoi maestri. La raccolta si presenta piuttosto omogenea per temi affrontati. E di esito abbastanza buono nella maggior parte di essi. Ciascun brano contiene angolature interessanti. a parte gli ultimi due. Che non ho particolarmente apprezzato. Prova in ogni caso superata dignitosamente. Voto: quattro. Un grazie anche a chi me lo ha fatto conoscere.
Veramente un piccolo gioiello questa raccolta di racconti minimi e brevi... bruciano dentro in modo limpido e immediato... scorci di vita in poche parole lucide e dirette.... vivamente consigliato!
Recensioni
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"Scrivo stringendo tutto: i denti, i pugni, la frase" dichiara Olivier Adam, giovane scrittore cresciuto nella banlieue di Parigi, autore di numerosi romanzi, condirettore di una collana di narrativa per adolescenti e vincitore nel 2004 della Bourse Goncourt de la Nouvelle con Passare l'inverno, raccolta di racconti ora tradotta in italiano (da Elisa Artuffo, Lilia Barmina, Teresa Benincasa, Ester Borgese, Alessandra Bussolino, Monica Cirtoli, Dario Giannozzi, Sara Merlino, Alessandra Molino, coordinati da Maurizia Balmelli). Sono in tutto nove storie, ognuna delle quali narra la notte di un personaggio insonne, ritratto sullo sfondo della sua casa silenziosa o dei più tipici non luoghi urbani: strade, uffici deserti, stazioni di servizio, ospedali, hotel. I personaggi di Adam sono persone comuni, tassisti, infermiere, camionisti, genitori, bambini, amanti, e appaiono tutti segnati da ferite profonde, sull'orlo di una solitaria crisi di nervi, ma se il caso li fa incontrare fondano tenere comunità provvisorie, che si sciolgono con l'arrivo dell'alba.
Ogni racconto riesce a fissare con pochissimi tratti, in una manciata di pagine, la vibrazione nascosta di queste anime inquiete, illustrando con precisione lo stato di tensione e di spossatezza che precede il crollo dei nervi e genera la svolta che trasforma anche solo per un istante la loro vita: una fuga, un incidente, una tenerezza inattesa. Il cambiamento giunge senza fragore, come la neve in una notte d'inverno, e Adam è maestro nel catturare il germe della trasformazione celato dall'immobilità apparente. I suoi racconti narrano quasi sempre eventi minimali e sorvolano il passato spesso tragico dei protagonisti, cui alludono con rapidi cenni, riservando il primo piano ai dettagli della vita quotidiana. La lettura lascia così un ricordo straordinariamente intenso, quasi palpabile, dell'intimità delle case, dei letti, dei divani, delle tappezzerie consunte, degli interni disordinati delle automobili e delle apparizioni fugaci e commoventi dei bambini e dei cani.
L'abilità di condensare un'intera vicenda in pochi dettagli, crudi e ben calibrati, che si distaccano con forza dal fondo, rivela in Adam un attento lettore di Raymond Carver, il quale ci ha ricordato, citando V.S. Pritchett, che il racconto "è qualcosa di intravisto con la coda dell'occhio, di sfuggita". L'originalità di Olivier Adam risiede proprio nella sua qualità di scrittore poco "francese", avverso a ogni artificio o speculazione intellettuale, impegnato a catturare al volo le storie e le voci della quotidianità per rivelare la fredda banalità del dolore. Nonostante la giovane età, Adam possiede una scrittura sorprendentemente sicura, che affida al ritmo di frasi brevi e lapidarie, attraversate da un lirismo aspro e nervoso, il compito di mettere a nudo "l'osso della frase (
) e del sentimento". Passare l'inverno è un'occasione da non perdere per scoprire un autore di vero talento che non avremo voglia di abbandonare, del quale minimum fax promette di farci presto apprezzare in lingua italiana i tre romanzi maggiori.
Annalisa Bertoni
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