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Libro davvero interessante e pieno di curiosità per gli amanti della musica del tempo a Parigi. La scelta di presentare il periodo storico attraverso l'utilizzo di documenti dell'epoca risulta una carta vincente, e la lettura ne guadagna in varietà. L'autore presenta un vastissimo repertorio di documenti, lettere, stralci di articoli, recensioni, ma sempre contestualizzando fonte e soprattutto autore rispetto alle correnti socio-artistico-culturali del momento. Ciò che rimane del libro è una fortografia dell'epoca piena di vivide suggestioni, personaggi e luoghi. Ma più che un quadro completo è proprio l'atmosfera del tempo che rimane impressa nella mente. Scene e incontri fra artisti in luoghi ormai passati sono raccontati per episodi, senza diventare noiose biografie ma permettendo al lettore di cogliere il carattere e l'importanza di uomini e opere diventati col tempo pietre miliari della musica e dell'arte.
Recensioni
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Ricostruire un pezzo di storia della musica intenso e significativo come il primo Novecento parigino è impresa nel contempo ardua e affascinante: diventa appassionante se la ricostruzione viene realizzata attraverso lo studio minuzioso e approfondito non tanto e non solo dei testi canonici, musicologici e storiografici, bensì delle testimonianze dirette, della corrispondenza, degli articoli di giornale e dei trafiletti di cronaca. Persino pettegolezzi e indiscrezioni, bigliettini e appunti presi su tovagliolini di carta possono aprire squarci inusitati e illuminanti sul quell'immenso brulichio di idee, sperimentazioni, invenzioni che è la Parigi dell'inizio del secolo XX, autentico laboratorio della nostra modernità. Seguendo questa metodologia Flavio Testi, che è un affermato compositore nonché autorevole storico della musica, ci propone un ponderoso ma piacevolissimo volume che ripercorre la genesi e la realizzazione (spesso tormentate), le esecuzioni (spesso tempestose e accompagnate da feroci polemiche), le conseguenze e le reazioni presso il pubblico e la critica di alcune tra le più significative creazioni musicali del periodo: dal Pelléas et Mélisande di Debussy alla Louise di Charpentier, dalle Histoires naturelles di Ravel ai rivoluzionari balletti del gruppo di Djagilev, opere che, pur nelle loro specifiche differenze, hanno in comune l'affermazione di un gusto musicale francese ed europeo parallelo e spesso alternativo rispetto al percorso wagneriano e schönberghiano. Assai pregevole, anche dal punto di vista puramente letterario, è il ritratto della vita parigina al passaggio di secolo che Testi ci offre nel capitolo introduttivo.
Carlo Migliaccio
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