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Un testo che ha due protagonisti, ognuno con il suo viaggio. Due protagonisti che intrecciano le loro storie. Tanto che in certi momenti sembra quasi che sia la storia di Rutilio, uno dei due protagonisti, a fare da sfondo a diversi spaccati di Italia, secondo protagonista, e della nostra società che si incrociano nel viaggio rappresentato da quel treno. Così come contemporaneamente al ritorno di Rutilio nella terra delle sue radici tornano a rivivere quelli che sono stati momenti fondanti della nostra repubblica. Mi da quasi una idea di "non dimenticare da dove siamo partiti per poter ripartire ancora". E proprio in questo ritorno alle radici, Rutilio, il quale sembra ormai vivere abbandonato a se stesso e legato ai rimpianti del passato, sembra trovare, anche se per pochi momenti, nuovi stimoli per rendersi conto di essere ancora vivo, e che è ancora possibile provare nuove emozioni e sensazioni. Donato
Complessivamente l'ho trovato un bel romanzo. Mi è piaciuto davvero!!! I personaggi sono ben strutturati e definiti (avrei svelato qualche particolare, caratteristica in più solo della figura di Matilde). In più la scelta di utilizzare riferimenti a film e pezzi musicali nella narrazione è una tecnica che ho già apprezzato in altre opere. Ritornando al testo, la prima parte l'ho trovata più scorrevole e "ammiccante" rispetto alla seconda più introspettiva/retrospettiva e storica ma, ripeto, nel complesso si lascia leggere tutto d'un fiato. La scena finale poi mi è piaciuta molto. Ho provato ad immaginarli, Rutilio e Lara, e ho inconsciamente sorriso. In quell'abbraccio ho scorso non un uomo innamorato, invaghito e attratto sicuramente ma sopratutto felice e grato per aver, attraverso la sua interlocutrice, ritrovato suo padre. Per averlo riscoperto e trattenuto da quegli istanti più nitido nei suoi ricordi alleviando, contestualmente, la sua profonda solitudine. (Mi è piaciuto pensarla così). Solo un punto mi lascia un tantino perplesso. Ho trovato, a differenza degli altri, il flashback riguardante il racconto di Eduardo inserito poco linearmente, quasi forzatamente nel testo, cioè senza nessun orpello introduttivo o rimando fatto precedentemente (tranne quando Lara afferma di aver conservato la registrazione del suo racconto).
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