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Anno edizione: 2022
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L'uomo senza qualità di Robert Musil riflette l'uomo contemporaneo, per cui il mondo di ieri, con le sue illusioni di armonia, di compiutezza, con le sue pretese di esattezza da ricercare in ogni campo, è finito per sempre. Vie di uscita non ve ne sono, vie soltanto, che dovremo costruire mentre si va, si cerca.
«L'essere liberi nasce da una volontà di potenza, in un conflitto senza equilibrio: l'andamento sperimentale del saggio unisce i due lembi inavvicinabili del discorso.» – Federico Vercellone, La Stampa
Vi sono poche opere universali che in figure e situazioni storicamente concrete sanno esprimere lo spirito di un'epoca, la ragione dei suoi drammi e della sua catastrofe, con la massima obbiettività, il piú lucido disincanto e insieme la partecipazione piú coinvolgente e sofferta. Opere che compiono il «miracolo» della trasformazione del pathos in conoscenza, e della conoscenza piú esatta e anche spietata della realtà che rappresentano in autentica saggezza intorno alle insuperabili contraddizioni e aporie della nostra esistenza, saggezza che trascende ogni limite di tempo e cultura. L'uomo senza qualità è una di queste. L'uomo contemporaneo abita il «cielo dei casi», di cui canta lo Zarathustra di Nietzsche, ma le sue conoscenze statistico-probabilistiche gli consentono di affrontarlo pur sempre armato di relative certezze. Il mondo di ieri, con le sue illusioni di armonia, di compiutezza, con le sue pretese di esattezza da ricercare in ogni campo, è finito per sempre – ma guai a lasciarsi infatuare da ideologie, vuoti profetismi, promesse salvifiche. Vie di uscita non ve ne sono, vie soltanto, che dovremo costruire mentre si va, si cerca. La mèta non è determinabile, epperò occorre tenere lo sguardo ben lucido per cogliere tutto ciò che durante il viaggio ci viene incontro e contro. E il romanzo è una straripante piena di indimenticabili incontri. La mèta è forse almeno indicabile? Possiamo farne segno? Il suo segno è quel Viaggio in Paradiso in cui avrebbe dovuto compiersi il grande romanzo? La rinuncia a ogni dialettica conciliativa, a ogni ben fondata sovranità politica, a ogni immutabile Legge, non è rinuncia all'impossibile possibilità di quell'esperienza che, nell'istante di una incommensurabile chiarezza, accorda il mondo dell'esattezza probabilistico-statistica al sentimento che ci rende partecipi di ciò che amiamo come lo abitassimo all'interno. Il matematico Ulrich, l'uomo senza qualità, si volge a quella Chiarezza e la ama, tanto piú intensamente quanto piú, «con rigore», ne riconosce l'inafferrabilità.
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In effetti c'era bisogno di un saggio che accompagnasse, delucidando, la complessa lettura dell'Uomo senza qualità, quasi a donare una armatura più solida ed armoniosa a quello sbilenco prodotto della smisurata ambizione di Musil, che, districandosi a fatica tra ImperialRegio progetto, criminali oggetto di lusinghiere attenzioni, triangoli amorosi di donne ammantate di un fascino algido e tutto sommato poco accattivante, per finire in un rapporto incestuoso e mistico che ci lascia basiti, finisce con l' annegare nella sua stessa acqua. Metafora azzeccata quella che adopera lo stesso Musil, che scrive di camminare su un ponte che crolla sotto i suoi piedi.... Purtroppo la cerebrale costruzione del Nostro, non trova sufficienti chiarimenti nel saggio di Cacciari, che pare voglia sfidare lo stesso autore in costruzioni intellettualistiche, tipo :"vediamo chi riesce ad essere più astruso": Continuo a pensare che si possa, di questo libro disorganico ed inesplicabile, trarre qualche considerazione sensata che gli restituisca e faccia emergere una qualche valenza estetica e letterariamente dignitosa, chissà se qualcuno ci riuscirà mai.
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