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Paradigmi in psicoanalisi. Un modello integrato - Marco Bacciagaluppi - copertina

LIBRO

Paradigmi in psicoanalisi. Un modello integrato

Name: Paradigmi in psicoanalisi. Un modello integrato
Price: 30.40 EUR
Availability: InStock
Author: Marco Bacciagaluppi
ISBN: 8846734793

di Marco Bacciagaluppi (Autore)

Edizioni ETS, 2013

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Descrizione

Questo libro si propone di rendere esplicite le teorie scientifiche, qui chiamate paradigmi, che l'autore ha trovato utili in psicoanalisi. Egli elenca nove paradigmi: la genetica, la neurobiologia, la teoria dell'attaccamento, la ricerca infantile, il trauma, il modello relazionale, il sistema della famiglia, il livello socioculturale e la preistoria. Questo nove paradigmi vengono presentati in altrettanti capitoli. L'autore rivolge un'attenzione particolare alla teoria dell'attaccamento, che egli considera il più potente strumento concettuale a disposizione dello psicoanalista. Egli si occupa anche del trauma e del modello relazionale, con particolare riferimento a Ferenczi, Bowlby e Fromm. Esamina l'effetto dell'evoluzione culturale, con l'avvento dell'agricoltura, sulle strutture della famiglia e del carattere, e la discontinuità che ne deriva rispetto ai bisogni innati dell'individuo e del gruppo, che dà luogo ad un ambiente innaturale, e quindi alla patologia individuale e di gruppo, come la guerra. Le conseguenze di questi fattori combinati danno luogo al bisogno di psicoterapia, che viene esaminata assieme al ruolo dello psicoterapeuta e alla terapia delle psicosi. L'autore sostiene che ad un livello sociale la psicoterapia possa contribuire al riemergere della cultura materna innata, basata sull'accudimento e sulla collaborazione. Questo libro può essere di grande interesse sia per lo psicoanalista che per lo psicoterapeuta.

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Dettagli

Autore:

Marco Bacciagaluppi

Editore:

Edizioni ETS

Collana:

Ass. studi e ric. Psiche Silvano Arieti

Anno edizione:

2013

In commercio dal:

1 gennaio 2013

Pagine:

334 p., Brossura

EAN:

9788846734792

Voce della critica

Marco Bacciagaluppi è uno psicoanalista, cultore di genetica, teoria dell'evoluzione e sociologia, è psichiatra, ha studiato psichiatria anche a New York e per otto anni è stato in corrispondenza epistolare con John Bowlby (corrispondenza pubblicata in Inghilterra nel 2012), con questo libro cerca di condividere la sua formazione e le sue esperienze. L'autore espone in maniera ricca e chiara i paradigmi, cioè le teorie scientifiche, a cui gli psicoterapeuti consapevolmente, e a volte inconsapevolmente, fanno riferimento nella loro attività. I paradigmi che prende in considerazione sono nove, uno per capitolo: la genetica, la neurobiologia, la teoria dell'attaccamento, la ricerca infantile, il trauma, il modello relazionale, il sistema famigliare, il livello socioculturale, la preistoria, sottolineando come spesso le varie teorie siano collegate l'una all'altra. Chiari e importanti sono anche i suoi riferimenti a Sándor Ferenczi, Erich Fromm e John Bowlby, specie sul modello relazionale, sull'attaccamento e sul trauma, mettendo anche in evidenza dove questi autori cominciarono a prendere le distanze da teorie freudiane "ortodosse". Il primo e secondo capitolo trattano della genetica e della neurobiologia in quanto substrato biologico della nostra attività psicoterapeutica: mente e cervello. Nel terzo capitolo espone la teoria dell'attaccamento, in maniera approfondita e particolarmente coinvolta, data la sua lunga frequentazione con Bowlby, che questa teoria l'ha costruita: attaccamento come bisogno primario, selezionato nell'evoluzione come difesa dai predatori. C'è un attaccamento sicuro e un attaccamento insicuro, fonte di disturbo nella crescita dell'individuo. L'autore proporrebbe la teoria dell'attaccamento come base teorica della psicoanalisi. Secondo la sua ipotesi la frustrazione del bisogno di attaccamento, spesso legata alla nostra società derivata da quella contadina, può portare a una difficile autonomizzazione dell'individuo. Nel quarto capitolo sono riportati gli studi e i risultati della ricerca infantile ottenuti con l'osservazione diretta e attraverso i filmati. L'autore ritiene che il bambino sia in relazione con la madre fin dall'inizio, e che non esista la fase autistica iniziale, ipotizzata da Freud. Nel quinto capitolo l'oggetto è il trauma, come iniziale e importante origine del disturbo psichico: dapprima accettato da Freud poi da lui eccessivamente ridimensionato, ma recuperato da Ferenczi. Questo concetto fu in seguito ampiamente studiato ed elaborato nella letteratura, fino a essere ben definito come Ptsd (Posttraumatic Stress Disorder) nel Dsm III (Diagnostic and Statistical Manual). Nel sesto capitolo tratta del modello relazionale, dell'importanza del rapporto primario con la madre e con l'ambiente (la cultura è una componente dell'ambiente). Qui trova posto anche la disamina dell'aggressività, come risposta fisiologica alla frustrazione di bisogni, distinta dall' aggressività "maligna", la rabbia funzionale e disfunzionale, la rabbia della speranza e quella della frustrazione (Bowlby). Nel settimo capitolo si parla di terapia della famiglia. La famiglia è il primo e più importante ambiente dove il soggetto vive la sua realtà interna in rapporto con quella esterna e solo successivamente entrerà in rapporto con ambienti sociali più allargati. Questo passaggio è l'oggetto dell'ottavo capitolo: il livello storico-sociale in cui si collocano la psicologia sociale di Erich Fromm, la psichiatria sociale e l'etnopsichiatria. Nel capitolo nono è sviluppata una teoria di cui Bacciagaluppi si fa promotore, interessante e affascinante, che però credo possa essere motivo di discussione. Questa teoria si basa sulla considerazione che l'evoluzione delle razze e quindi anche della razza umana, sia conseguenza di mutazioni casuali che, se favorevoli, diventano caratteristica genetica degli appartenenti alla razza: perché questo avvenga devono però passare centinaia di migliaia di anni, se non milioni. Nell'evoluzione biologica la razza umana sarebbe giunta alla società dei cacciatori-raccoglitori, caratterizzata da egualitarismo e da una cultura materna originaria. Ma l'evoluzione culturale, con l'invenzione dell'agricoltura ha portato a una gerarchia maschile patriarcale dispotica, cui però l'individuo non era ancora geneticamente preparato. Secondo questa teoria la psicopatologia individuale e quella di gruppo, fino alla guerra, sarebbero spesso legate alla discrepanza fra evoluzione genetica ed evoluzione culturale. L'uomo sarebbe ancora, geneticamente, predisposto all'attaccamento, all'accoglimento, alla condivisione, alla solidarietà, ma questo si scontra con una società culturalmente competitiva e aggressiva. Ugo Pichierri

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